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Benevento – “Ci sentiamo tutti rappresentati dal suo stile di vita, quello allegro, impegnato e attento”

Daniele Mazzulla, presidente dell’Aia di Benevento, ha voluto ricordare con queste parole Francesco Castracane a 6 anni dalla scomparsa dell’arbitro, dirigente sportivo e avvocato, uno dei protagonisti più apprezzati e stimati della vita sportiva sannita.

A dare un segno concreto e tangibile della considerazione di cui godeva Castracane, l’Aia ha voluto omaggiare l’amico Francesco conferendo a suo nome la Sezione beneventana. E’ la prima volta che si ha questo riconoscimento. 

La cerimonia di intitolazione è stata preceduta da una Santa Messa celebrata in Cattedrale presieduta da mons. Felice Accrocca; quindi si è avuto un momento di confronto nella gremita Sala Leone XIII del Palazzo Arcivescovile.  Presente il presidente dell’Aia nazionale Alfredo Trentalange e il vice sindaco Francesco De Pierro

Francesco ha da sempre costituito un punto di riferimento ed un simbolo per la Sezione di Benevento in quanto il suo impegno ha aiutato il movimento arbitrale a fare i primi passi in Città e provincia: del resto, è stato presidente dell’Associazione Italiana Arbitri di Benevento. Checco – cosi lo chiamavano gli amici -, che peraltro era molto conosciuto anche per i suoi impegni professionali di avvocato, faceva parte di una Famiglia che si è sempre distinta in ambito sportivo, impegnata in diverse discipline, tanto che la pratica sportiva in Città e provincia si è caratterizzata per il legame profondo con questo cognome. La intitolazione della Sezione è stata quindi seguita da una carrellata di ricordi e di attestazioni di stima da parte delle Istituzioni. Tutti  coloro che si sono susseguiti sul paco questo pomeriggio hanno tratteggiato con i loro ricordi la figura di un galantuomo. Mazzulla ha sottolineato: “Per noi, in questa bella circostanza, è un momento storico: per la nostra Sezione è un onore la presenza del presidente nazionale. E’ emozionante questa occasione per ricordare la figura di Francesco Castracane. Era un padre per i giovani fischietti, una persona con cui confidarsi, una persona sempre pronta ad ascoltare; d’altra parte, era un grande formatore, poco avvezzo alle chiacchiere e molto spesso concreto nei consigli. Una persona su cui si poteva fare affidamento”.

Trentalange ha detto: “E’ stato un momento emozionante e molto toccante. Qui si è toccato con mano come gli arbitri sono una famiglia. Una persona speciale e stupenda . Mi sono confrontata con la mamma. Era un educatore, si  è occupato dei giovani. Penso questo faccia la differenza”. (LEGGI ANCHE: Trentalange si esprime sul Var e ricorda quel giorno con Maradona: “Formidabile