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Questa mattina Oreste Vigorito nella sua qualità di presidente della sezione sannita di Confindustria ha tenuto un altro incontro con le scolaresche cittadine. Nello specifico l’imprenditore napoletano, ma ormai sannita d’adozione si è intrattenuto con gli studenti del Liceo Classico Pietro Giannone di piazza Risorgimento. Il tema dell’incontro, voluti fortemente dalla governance di Confindustria sannita trovando il pieno accoglimento dei dirigenti scolastici cittadini è quello dell’orientamento post scolastico, universitario o lavorativo. 

La dirigente Teresa De Vito ha accolto a braccia aperte l’arrivo di Vigorito. “Parleremo ai ragazzi di orientamento e di alternanza scuola lavoro – ha sottolineato la De Vito  – la cultura d’impresa non fa parte dell’offerta formativa del nostro istituto ma è giusto che i ragazzi la conoscano anche grazie al contributo del massimo esponente e rappresentante dell’impresa nel Sannio e tra le massime espressioni a livello regionale e nazionale. Gli studenti avranno modo di apprendere dalla parole di Vigorito questa realtà lontano dai loro studi”.

“Il Sannio e Benevento sono culla di cultura a differenza di altri luoghi – ha subito rimarcato VigoritoChi come me ha il compito di guidare una impresa e rappresentare le imprese del territorio ha anche il compito di incontrare chi domani sarà protagonista. Da un incontro non si può immaginare di tirare fuori chissà quali risultati, ma è importante la presenze di una istituzione tra i giovani come segnale di sinergia e interesse verso di loro che deve svilupparsi. Credo che questa sia la strada da seguire anche con sacrificio. Con l’augurio di raggiungere i giovani con un linguaggio che arrivi a loro. Non credo che dobbiamo guidare i ragazzi ma credo che sottobraccio si possono compiere dei percorsi. La guida non è l’esempio, non è trasferimento di convinzioni ma bensì mostrare le proprie esperienze per far evitare le cattive e far seguire le buone. Le nuove generazioni hanno l’intelligenza per capire che il tempo dell’assistenzialismo e del posto fisso è finito perché non c’è più spazio. La burocrazie è il male della democrazia, dobbiamo convivere e sopportarla perché dobbiamo vivere in democrazia ma scegliendo gli uomini giusti per rappresentarci.  per cambiare le leggi ci vogliono i giuristi, ma per pagare gli stipendi ci vogliono i soldi che sono frutto dell’impresa. Noi ci troviamo in mezzo al guado del restyling dell’economia per non sprecare l’occasione di riscrivere il futuro dell’Italia”.