Hanno utilizzato anche un importante e noto corriere nazionale per spedire la droga, in modo particolare a Lavello in Basilicata, i componenti dell’organizzazione dedita al traffico internazionale di droga, fermati ieri dall’indagine della Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli. Tutta l’inchiesta è partita nel 2020 quando, a Fratte, a casa di Carmine Memoli, considerato con il padre Tiziano promotore ed organizzatore dell’attività, vengono trovati 140mila euro in contanti ed notevole quantitativo di droga e anche di 140.000 €.
Successivamente le forze dell’ordine erano arrivati a Tiziano Memoli che all’interno di un garage di Baronissi era stato trovato in possesso di marijuana già confezionata e di 190 piantine di marijuana coltivate in un altro edificio a Pellezzano. A casa sua erano stati rinvenuti 300.000 €. Il gruppo era molto attivo e non si era fermato neanche nel periodo di lockdown connesso all’emergenza COVID, quando per approvvigionarsi di droga in Italia in particolare nel Lazio, ma anche in Spagna e commercializzare la droga aveva usato la rete.
Riferimento essenziale per l’organizzazione è risultata la figura di Antonio Apicella, un dipendente della Salerno Container Terminal che, secondo l’accusa e fatta salva la presunzione d’innocenza, avendo la possibilità di accedere liberamente nelle aree portuali, grazie alla sua qualifica di autotrasportatore, riusciva a far uscire ingenti quantitativi di cocaina, ricevendo come pagamento una parte dei carichi che poi procedeva a commercializzare anche attraverso i Memoli.
A collaborare alle attività di spaccio anche le donne della famiglia, come Annarita Soldano , mamma di Carmine Memoli che gestiva il controllo delle piazze di spaccio come vedetta con il compito di allertare il figlio nel caso di presenza di forze dell’ordine. La droga veniva detenuta nella propria residenza a Fratte così come la gestione dei crediti derivanti dall’attività illecita. Nell’attività di spaccio è incluso anche un esercizio commerciale situato nel centro storico di Salerno, ma l’associazione si muoveva anche in Basilicata e in Puglia attraverso dei riferimenti sul territorio.
(foto di repertorio)