Le prime volte di Daniele De Rossi non sono ancora finite. Dopo l’esordio da allenatore giallorosso all’Olimpico e la prima amichevole internazionale con l’Al Shabab, domani sarà la volta della prima trasferta, all’Arechi contro la Salernitana. Un vero banco di prova per una Roma che, fin qui, ha conquistato appena otto punti su dieci partite lontane dall’Olimpico. Un trend che portò Mourinho a dire che a molti giocatori della sua squadra “mancava il dolce mamma” quando giocavano fuori casa. Ma non è dello stesso avviso De Rossi che sposa lo slogan “voglio una squadra di banditi” e poi aggiunge: “Io vedo giocatori con personalità, che ci hanno portato in finale in Europa. Spinazzola e Cristante hanno vinto un Europeo in casa dell’Inghilterra. Poi esistono fasi della stagione dove si è così, ma credo di avere una grande squadra che dal punto di vista della personalità non pecca, anzi”.
Insomma, un approccio comunicativo opposto allo Special One, da sempre abituato alla strategia della tensione per toccare le corde dei propri giocatori. De Rossi, invece, prova ad accudirli, sperando di ottenere il terzo successo della stagione in A in trasferta (gli altri due sono arrivati con Cagliari e Sassuolo). Anche perché nella sua storia la società giallorossa solamente altre due volte ha fatto peggio: nel 2008 con Spalletti (5 punti) e nel 2021 con Fonseca (4 punti).
All’Arechi, però, “non sarà facile“, giura il tecnico romanista.
I tifosi non potranno seguire la propria squadra dopo il blocco del Viminale e per questo “dovremo giocare anche per loro“, prosegue De Rossi che può sorridere per i recuperi di Dybala, Huijsen e Mancini, ai quali si aggiunge il rientro dalla Coppa d’Africa di Aoaur. Per questo con la Salernitana punterà ancora sul 4-3-3 con Kristensen terzino sinistro al posto dell’infortunato Spinazzola, Karsdorp a destra e la coppia di centrali Mancini-Llorente. In attacco ancora il tridente con Dybala, Lukaku ed El Shaarawy ma “se vedete belle partite è merito dei calciatori – spiega De Rossi – Anche perché sono comunque stati allenati da un tecnico forte per tre anni. Non li abbiamo certo presi dall’oratorio, io do giusto qualche idea che può aiutarci, ma ci vuole tempo per far vedere un’impronta. Il tempo aiuta, soprattutto senza partite decisive ogni 4-5 giorni”. E a Salerno, per la Roma, sarà decisiva nel proseguo della corsa Champions, obiettivo dal quale passa il futuro economico e sportivo del club, oltre quello di De Rossi, sul cui contratto non sono presenti opzioni per il rinnovo, ma pronto comunque a giocare una chance di conferma fino all’ultima giornata.
Tabù trasferta per la Roma, De Rossi: “La squadra ha personalità”
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