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Salerno – Chi c’era quella sera del 25 dicembre 1971 al Teatro “Il Sipario” a Salerno se lo ricorda bene il debutto nel debutto: sul palco un giovanissimo Gaetano Stella, tra le sue braccia, per una licenza artistica dettata da una coincidenza, due gemelli nati l’11 novembre del 1971 Anna e Roberto Nisivoccia. Uno spaccato di vita teatrale salernitana che a distanza di cinquant’anni, venerdì 11 febbraio 2022 alle ore 21, torna sulle scene al Teatro delle Arti con lo spettacolo “Omaggio a Peppino De Filippo”, proprio come in quell’anno. E Gaetano Stella avrà ancora una volta al suo fianco Anna e Roberto, oggi cinquantenni e una vita dedicata al teatro.

I tre atti unici “Miseria bella”, “Don Rafele ‘o trombone” e “Amori e balestre” diventano il pretesto per Gaetano Stella per condividere con il pubblico il passato, il presente ed il futuro del suo mondo fatto di copioni da riscrivere, parti da memorizzare, spettacoli da ridisegnare come regista e lezioni da tenere con le nuove leve. È per questo che sul palco si alterneranno la moglie Elena Parmense e la figlia Serena Stella per un cameo, Daniele Nocerino, Raffaele Milite, Francesca Antermite, Marco Bartiromo, Ines Costabile, Saverio Ferro, Davide Fiorentini, Eleonora Moscatiello, Alessia Napoli, Martina Sessa e Gaia Vicinanza. Audio e luci Raffaele Sguazzo e Francesco Giunti; scenografie Salvatore Acconciagioco della Bottega San Lazzaro. Lo spettacolo rientra nel cartellone “Te voglio bene assaje”, firmato alla direzione artistica da Serena Stella e alla direzione organizzativa da Alessandro Caiazza.

“Cinquant’anni dopo il debutto desideravo tornare in scena con lo stesso titolo per ricordare un po’ tutto quello che c’è stato, per riprendere il filo della memoria  – racconta Gaetano Stella – e tracciare i tanti e meravigliosi percorsi fatti in questi anni anche con Sandro e Regina. E poi con me ci saranno loro, Anna e Roberto. Cosa dire, le meraviglie del teatro!”.

Nelle note di regia, Gaetano Stella, rimarca il tratto distintivo di Peppino De Filippo autore, tanto d’aver scelto di rispettarlo in questo suo allestimento: Peppino è uno straordinario drammaturgo, scrittore di trame e di parole, pieno di ironia ed umanità. Ho cercato, semplicemente, di “raccontare” le storie, senza stravolgerle o caricarle d’inutili sottotesti; l’umanità descritta è credibile e naturalmente divertente e arriva al pubblico con la prorompente forza del grande drammaturgo. Una messa in scena poeticamente “vintage” un po’ nel rispetto di Peppino e un po’ nel mio ricordo di cinquant’anni fa!”