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Salerno – Nella mattinata odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, coordinati da questa Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dalla Sezione G.I.P.  di Salerno su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia per plurime ipotesi di reato (tra i quali, evasione dell’IVA, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio) con l’aggravante, sussistente a carico di Coppola Alberto e D’Agostino Felice  della finalità di agevolazione del clan Moccia di Afragola.

 
Contestualmente è in corso di esecuzione il sequestro di denaro e beni per circa 20 milioni di euro ritenuti frutto delle frodi fiscali.
 
Destinatari del provvedimento cautelare sono:
 
1. D’Agostino Felice, classe 1982, mandato della misura della custodia cautelare in carcere;
 
2. Coppola Alberto, classe 1967, mandato della misura della custodia cautelare in carcere; 3. Bettozzi Anna, classe 1958, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari;
 
4. Califano Assunta, classe 1988, destinataria del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire direttivi di persone giuridiche ed imprese;
 
5. Imperatore Giuseppe, classe 1945, mandato del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese;
 
6. Del Bene Vittorio, classe 1981, mandato del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese;
 
 7. Di Cesare Virginia, classe 1993, destinatario del provvedimento di divieto temporaneo di
 
 ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese,
 
Secondo la prospettazione accusatoria, ritenuta allo stato delle indagini fondata dal Giudice per le indagini preliminari, base degli approfondimenti svolti dai Finanzieri della Compagnia di Eboli, il complesso sistema di frode era finalizzato ad evadere l’imposta sul valore aggiunto, sfruttando società cartiere di  cui beneficiavano anche organizzazioni criminali di stampo camorristico.
 
In particolare, la condotta delittuosa oggetto di contestazione, posta in essere anche grazie alla complicità di alcuni consulenti fiscali, sarebbe consistentita nell’utilizzo di “lettere di intento” ideologicamente false al fine di far acquisire alle società cartiere la qualifica di esportatore abituale, presupposto  per l’acquisto di carburante in regime di esenzione IVA.
 
Nel corso degli accertamenti sono stati tracciati flussi finanziari dei conti correnti delle società cartiere giungendo così ad individuare i soggetti ritenuti effettivi beneficiari ed organizzatori del meccanismo fraudolento.
 
Le indagini hanno in tal modo consentito di risalire ai nominativi di aziende e persone fisiche già coinvolte nell’analogo filone investigativo condotto da altre Procure Distrettuali sull’intero territorio nazionale e in particolare dalle Procure distrettuali di Roma e Napoli.