Parla a nome di tutto l’equipaggio, 13 donne e 13 uomini, a bordo della nave Sea Eyes 4, Martina Morini, portavoce dell’ONG tedesca, da martedì a Salerno e da due giorni con un fermo amministrativo che le impedisce di andare via. L’imbarcazione ieri è stata trasferita al molo 3 gennaio e l’equipaggio a bordo si è messo a lavoro per attività di pulizia in attesa di poter ripartire così come altre due navi bloccate dal governo italiano per ragioni diverse. I legali che rappresentano la nave stanno preparando un ricorso che sarà più simbolico che operativo visto che, molto probabilmente, i tempi di decisione saranno più lunghi dello stesso fermo amministrativo. Il provvedimento è frutto di una sanzione da parte del governo italiano per aver effettuato due salvataggi senza avvertire il porto italiano. Ma, come ha spiegato questa mattina la portavoce, il ricorso è un gesto per far capire quanto siano contraddittori molti degli aspetti della legge Piantedosi. Per Martina Morini non è neanche corretto parlare di scafisti perché molto spesso si tratta semplicemente di intermediari che per ragioni culturali e linguistiche sono in grado più degli altri di organizzare i viaggi. Nel frattempo cresce a bordo della nave il senso di frustrazione per lo stop. “Siamo giovani e pieni di energia eravamo pronti a ripartire per altre iniziative di soccorso ed invece ci tengono fermi” ha detto Marina, complimentandosi con la prefettura di Salerno per modalità e tempi con i quali a Salerno è stato portato a termine lo sbarco di 114 migranti. “Hanno fatto così velocemente che non abbiamo fatto in tempo neanche a salutarci perché le operazioni erano terminate”.
Sea Eyes 4, parla la portavoce: “Non chiamateli scafisti” (VIDEO)
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