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di Gigi Caliulo

Mezzo pieno, mezzo vuoto. All’indomani del pareggio di Bari il popolo salernitano si divide tra chi ha accolto positivamente il risultato del San Nicola e chi – invece – avrebbe preferito una Salernitana più aggressiva e votata all’attacco.

Il weekend calcistico ha ulteriormente accorciato la classifica: i granata restano penultimi ma gli incroci in programma alla ripresa potrebbero concedere alla squadra di Breda una grande occasione. Battendo il Palermo, grazie ai diversi confronti incrociati, la Salernitana potrebbe addirittura trovarsi fuori dalla zona calda e saltare anche il guado della soglia playout.

Certo, il cliente che propone il calendario non è affatto abbordabile: i rosanero sono in piena contestazione e il pubblico palermitano si aspetta una reazione caratteriale e numerica proprio a partire dal match dell’Arechi.

Ma la Salernitana ha una missione da portare avanti e la salvezza passa anzitutto attraverso due passaggi fondamentali: continuità di risultati e vittorie casalinghe. Il blasone dell’avversario, in questo momento, deve rappresentare un dettaglio.

Lo sa la squadra, che riprenderà a lavorare a ranghi ridotti poiché quattro calciatori hanno risposto alle convocazioni delle rispettive Nazionali, e lo sa tutto l’ambiente che, seppur diviso nelle opinioni, ha la consapevolezza che la strada da percorrere fino a fine stagione non subirà modifiche. Breda sembra aver trovato un certo equilibrio: fase difensiva più accorta, meno portatori di palla e capacità di coprire gli spazi. Certo, è sicuramente una Salernitana meno offensiva ma il doppio clean sheet registrato nelle ultime sfide stagionali è un punto di partenza e non una pecca.

Dopo il maxi esodo di Bari il pubblico di fede granata si prepara ad una nuova, massiccia risposta per il prossimo delicato confronto dell’Arechi. Appare scontato il record di presenze stagionale, corroborato dalla nuova iniziativa a sostegno delle scolaresche che il club granata riproporrà tra due settimane.

Un segnale sicuramente positivo ma, è bene sottolinearlo, non risolutivo se parametrato alla “partita doppia” che vede il pubblico in netto credito nei confronti della società. Ammettere di aver clamorosamente fallito buona parte della programmazione, accettare positivamente la critica e comprendere che uscire allo scoperto e fare mea culpa per la serie di errori a catena commessi sarebbero il vero segnale di riavvicinamento tra le parti che il patron Iervolino dovrebbe compiere.

Farlo una buona volta, mettendo da parte orgoglio e preconcetti, sarebbe forse il gol più bello della sua gestione.