di Gigi Caliulo
È una decisione che farà discutere – come tutti i provvedimenti straordinari – soprattutto perché frutto di una presa di posizione che già in partenza ha fatto storcere più di un muso.
Fermo restando il doveroso rispetto e il dolore per la scomparsa di Papa Francesco, la decisione di rinviare la giornata di campionato con migliaia di persone in viaggio per le rispettive trasferte senza tenere conto dei problemi organizzativi di chi ha messo da parte, per amore della propria squadra del cuore, affetti ed impegni in un giorno di festa è sembrata a moltissimi totalmente intempestiva. Intorno alle 20, poi, la Lega di B ha completato il “papocchio” – nomen omen – trovando la quadra per uno spostamento di tutta la giornata al 13 maggio, in serale. A campionato già concluso.
Dunque la Salernitana, che doveva chiudere la stagione a Marassi contro la Samp, dovrà giocare le ultime due in trasferta con il recupero di Cittadella.
Un provvedimento quantomeno singolare, al pari del rinvio della giornata. La speranza è che questo rinvio non falsi il finale di stagione. Ciò che amareggia di più è il danno subito dai “semplici” tifosi, salernitani e non. Il lutto va rispettato almeno quanto la passione dei sostenitori che hanno speso decine di migliaia di euro, sacrificato una giornata di festa, messo da parte gli affetti e gli impegni familiari, e non sono stati minimamente tutelati.
Siamo certi che a Bergoglio, ch’era anche uomo di sport, questo pasticcio non sarà minimamente piaciuto.