“Stefano è con me, la sua forza mi accompagna in questo viaggio”. Comincia così, il racconto della maratona in bici, Andrea Feniello, fratello di Stefano, il 28enne originario di Valva, nel Salerno, deceduto insieme ad altre 28 persone, sotto le macerie dell’hotel Rigopiano che il 18 gennaio 2017 venne inghiottito da una slavina. Tragedia per la quale sono finite a processo 30 persone, imputate a vario titolo, dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi, e che hanno scelto la celebrazione del processo con rito abbreviato. Processo che si concluderà domani, giorno in cui i giudici del tribunale di Pescara emetteranno la sentenza.
In occasione dell’ultima udienza di domani infatti, Andrea Feniello che nei giorni scorsi è partito in bici da Verona, città in cui vive, raggiungerà nella stessa giornata, il luogo della tragedia. Un viaggio in bici, in solitudine, quello del fratello di Stefano Feniello, che indossa un giubbotto recante il messaggio “Verona-Rigopiano, solo andata. Perché Stefano non è mai tornato” e che oggi ha fatto tappa in Abruzzo, con una breve sosta nella città di Silvi dove vivono i genitori, papà Alessio e mamma Maria. Un messaggio quello di Feniello che rappresenta –“una pedalata simbolica per chiedere giustizia per mio fratello e le altre vittime di Rigopiano”. Domani invece, l’ultima salita in bici, la più faticosa e anche la più dolorosa per Andrea che, a sei anni dalla tragedia, ritornerà a Rigopiano.