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Laviano (Sa) – “Il fatto non costituisce reato”. Così, con questa motivazione, i magistrati del tribunale di Salerno, hanno assolto dall’accusa di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in certificati amministrativi, il responsabile dell’area tecnica del Comune di Laviano, Giuseppe Molinaro.
Al centro della vicenda giudiziaria, il rilascio di un certificato di destinazione urbanistica su un area gravata da un vincolo ambientale disciplinato da un Decreto regionale attestante la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonti eoliche sito nelle aree agricole interessate dalla richiesta di certificazione e ricadente nel comune di Laviano.
A trascinare a processo il tecnico del Comune di Laviano, difeso dall’avvocato cassazionista Michele Cuozzo, una cittadina del posto destinataria della richiesta di certificazione urbanistica.
La vicenda ha avuto inizio nel 2014 quando la donna, chiede ed ottiene dall’ufficio tecnico comunale, l’emissione di un certificato di destinazione urbanistica.
Certificato dichiarativo, rilasciato da Palazzo di città, a firma di Molinaro che attestò la presenza di un vincolo ambientale insistente sulla particella di terreno interessata dalla richiesta.
Vincolo, che scaturiva da una serie di atti e decreti esecutivi amministrativi regionali datati 2011 e finalizzati alla realizzazione di un impianto, ma ritenuto falso e quindi smentito dalla donna che invece, ne sosteneva l’insistenza tanto da portare “il caso” alla Procura della Repubblica di Salerno e a denunciare il tecnico per falso.
Finito in tribunale, su richiesta del pubblico ministero, il Gip rinvia a giudizio il tecnico comunale.
Inizia così per Molinaro un lungo calvario giudiziario nelle aule di tribunale, che dopo otto interminabili anni di processo, cominciato nel 2014, porta i giudici del tribunale di Salerno ad assolvere il tecnico del Comune perché il fatto non costituisce reato.
Assoluzione che ha portato il difensore del tecnico a chiedere ai giudici di indagare la donna, annunciando nelle prossime la presentazione di una denuncia contro la cittadina alla Procura per il perseguimento del reato di calunnia.