Salerno – Stazione marittima: il ‘viaggio’ fatto con gli occhi del reporter assume, per lunghi tratti, aspetti sconfortanti. Percorsi tattili (per diversamente abili, ‘non’ ed ‘ipo’ vedenti) interrotti; rivestimento ampiamente scrostato su parte della pavimentazione esterna; scalinate ridotte in condizioni pessime; ampi tratti della struttura – pur ancora avveniristica – non fruibili, interdetti con transenne; il vano-ascensore ridotto a bivacco, probabilmente ad uso dei clochard.
In generale la struttura appare ampiamente trascurata. In questo periodo l’ingresso principale è chiuso come tutti i laterali. Il cartello indica l’accesso attraverso il varco del bar, l’elegante attività che, almeno, ha il pregio di conferire un motivo ai tanti ‘passeggiatori’ della vicina nuova piazza per allungare la falcata fino al Molo Manfredi. Anche i servizi igienici del piano superiore sono inarrivabili. Il bagno utilizzabile è quello del bar.
Eppure, con il dragaggio del fondale, il presupposto strutturale per l’attracco delle navi da crociera è stato creato.
A poco servono i ciclici commiati per la morte di Zaha Hadid ed il ricordo della visione dell’archistar che ispirò il progetto di arte contemporanea indubbiamente meglio riuscito a Salerno. La Stazione marittima va recuperata. Per la dignità della città.