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 Salerno – “Esistono un ‘costruito’ ed una idea di sviluppo della città determinata dalle evoluzioni socio economiche del contesto in cui Salerno è inserita. Il nostro compito è mettere in proficua connessione queste due dimensioni. Ritengo questa, in definitiva, la mia missione in qualità di amministratore”.

L’assessore all’Urbanistica ingegnere Michele Brigante mostra idee, obiettivi e metodologie chiari. Dalla teoria alla pratica, allora, il passo è breve: “Nella proposta di Puc, già elaborata e che porteremo all’attenzione del Consiglio comunale, c’è il congelamento di 270.000 metri quadri ex PUA non realizzati negli ultimi dieci anni con previsione di loro destinazione al costruito esistente. Ciò significa, tra l’altro, recupero di gettito da parte del Comune”.

–             Un cambio netto. Davvero indolore?

Beh, i costruttori mi hanno accusato di aver tradito i principiPotrebbero anche non essere pienamente d’accordo ma auspico che il confronto aiuti a scegliere il meglio”.

–             E lei?

“Resto fedele al mio approccio, al mio metodo. Nel rispetto dei ruoli e delle persone mi piace confrontarmi, ascoltare, approfondire. Dalla giunta ai dirigenti dei settori interessati ho trovato ampia condivisione. Se dovessi avere ‘altri sentori’, non esiterei a fare un decisivo passo indietro. Alla Mia età il tempo ha valore diverso. È importante non sprecare neanche un minuto”.

–             Assessore, ci sono questioni irrisolte in città. Come quella relativa al rifacimento del Corso, ad esempio…

“Siamo nella fase del ‘rimbalzo’ a seguito del contenzioso, a colpi di ricorsi, tra le ditte. La questione sarà definita entro qualche mese. Una volta chiusi i faldoni potremo procedere con l’inizio dei lavori. Ho fiducia che si partirà entro i prossimi mesi. Certamente nell’anno in corso”.

–             Porta Ovest. Terminerà? È fiducioso?

“Certamente sì. Il comparto relativo alle due gallerie sarà completato entro il 2023. La lentezza è dovuta alla particolare modalità di scavo legate alla sicurezza. È quasi come se si procedesse a mano. Poi c’è tutto l’altro comparto relativo agli innesti a ‘monte’ e a ‘valle’. A differenza del comparto-gallerie per il quale il driver è l’Autorità di Sistema Portuale, in questo caso l’ente di rifermento è il Comune. In forza dell’accordo-quadro con Acamir siamo entrati nella fase avanzata di progettazione delle diverse soluzioni da parte del selezionato studio ingegneristico di Benevento”.

–             Quali sono i nodi irrisolti?

“Questa società ingegneristica dovrà portare alla attenzione del Comune e degli altri enti coinvolti le ipotesi progettuali. Nell’area degli svincoli del Cernicchiara, in particolare, abbiamo necessità di capire quale soluzione adottare per superare l’ostacolo delle diverse quote, della particolare orografia e senza incidere in maniera peggiorativa sull’urbanizzato. La soluzione finale dovrà essere compatibile con una serie di aspetti, tutti non secondari. La questione è delicata e, direi, anche tecnicamente difficile”.

–             A valle invece, avete ripensato all’abbattimento del tratto più invasivo del viadotto Gatto?

“No. Credo che questa ipotesi sia stata scartata una decina d’anni fa. Le posso però dire che, spostato il traffico pesante in galleria, al Viadotto dovrà essere assegnata una nuova e più compatibile funzione”.

–             Sì perché intanto, quella che ha, mette a repentaglio la sicurezza…

“Questo problema lo stiamo affrontando. Ho in mente di istallare un sistema intelligente di indicazione dei transiti possibili di Tir in un determinato lasso di tempo. Per tararlo, però, abbiamo bisogno di conoscere il coefficiente standard del ‘numero massimo’. Esso sarà la risultanza di una serie di parametri contemplati nella procedura di classificazione del Viadotto. Che a breve realizzeremo”.

–             Quindi intende scaglionare partenze e arrivi dei Tir? Potrebbe trovare forti resistenze…

“La sicurezza prima di tutto. Ho la sensazione che la soluzione sia meno difficile di quanto il problema appaia ed induca a credere. Io, poi, non sono adatto alle contraddizioni…”.

–             A proposito di sicurezza: condivide l’idea della bike line in discesa su via Benedetto Croce lanciata dal Consigliere Avella?

“Ne abbiamo parlato. Si deve verificare la fattibilità”.

–             Questione-ripascimento. In campagna elettorale molti candidati davano per imminente l’avvio dei lavori del lotto Pastena-Torrione…

“Tecnicamente… confermo. Va chiarito però un equivoco interpretativo: alla classificazione degli ambiti non corrisponde quella dei lotti di lavori. A febbraio ci sarà la consegna del progetto esecutivo, poi sarà bandita la gara d’appalto. Bisognerà quindi decidere se avviare i lavori nel periodo primaverile-estivo oppure dopo. Certo: almeno le opere a mare, quelle relative alle barriere soffolte, potrebbero realizzarsi senza compromettere le corrispondenti attività economiche prettamente balneari. L’affidamento dei lavori dovrà, comunque, improrogabilmente avvenire entro 2022”.

–             Il ripascimento riguarderà il porticciolo di Pastena?

“Guardi, l’idea è chiara ma ne dobbiamo riparlare”.

–             Queste sono tutte opere ‘ereditate’. Di originale, invece, a cosa sta pensando?

“A dotare il Comune di una banca-progetti e di una squadra di tecnici altamente motivata. Non possiamo farci trovare impreparati dalle occasioni proposte dal PNRR. Il Comune di Salerno deve essere ammesso a quanti più bandi possibili. Centro storico, scuola e tutto il resto: lo sviluppo passa da lì. Poi c’è tutto il grande tema del nuovo ospedale, della metropolitana che arriverà fino all’aeroporto, che alcuni sindaci vorrebbero prolungare anche nei Comuni a sud dello scalo e che dovrà avere anche una fermata nel nuovo plesso ospedaliero. RFI lo sa, glielo abbiamo ufficialmente richiesto”.

–             Il vecchio ospedale continuerà ad avere funzioni pubbliche anche dopo la costruzione del nuovo?

“Penso dì sì. Almeno questo è lo scenario attuale …”.