Atena Lucana (Sa) – Sono stati rinviati a giudizio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza, Salvatore Pignata, le otto persone indagate e arrestate lo scorso anno, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura antimafia denominata “Shamar” per gli sversamenti illeciti di rifiuti liquidi nei terreni del Vallo di Diano.
Gli otto imputati infatti, tutti residenti nel Vallo di Diano, rispondono a vario titolo, dell’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo sversamento illecito dei rifiuti chimici liquidi quali “idrocarburi leggeri con pericolosità HP14-ecotossico” e di fanghi tossici nei terreni situati tra i comuni di Polla, Sant’Arsenio, Atena Lucana e la Basilicata.
Sversamento scoperto dai carabinieri nel 2019, a seguito di un’intercettazione telefonica dell’imprenditore di Sant’Arsenio, Luigi Cardiello, soprannominato il “Re Mida” dei rifiuti. Conversazione tra Cardiello e un ex agente della polizia penitenziaria e autotrasportatore di Atena Lucana, che svelò ai militari la presenza di un traffico di sversamento illecito di rifiuti chimici nei terreni e nelle falde acquifere del Vallo di Diano e in Basilicata. Fu durante la telefonata intercettata dagli inquirenti che Cardiello chiese ed ottenne dall’ex agente della penitenziaria, in una sola occasione, la disponibilità di un camion per effettuare il trasporto di sei, delle 32 autobotti, contenenti sostanze liquide chimiche, che all’autotrasportatore fu spiegato essere del concime liquido fertilizzante, ma che in realtà erano dei rifiuti liquidi provenienti dalle lavorazioni dell’azienda di ferro e alluminio “PRA.CAL” di Polla e dell’azienda di lavorazione di cemento “BETONVAL” di Sant’Arsenio. Rifiuti liquidi chimici di lavorazione che gli imprenditori smaltivano illecitamente nei terreni e nei corsi d’acqua del Vallo di Diano al fine di ottenere notevoli risparmi sui costi aziendali di smaltimento legale dei rifiuti prodotti.
L’intercettazione portò i militari a sequestrare nell’ottobre dello scorso anno, 18mila litri di solventi chimici pronti ad essere smaltiti ad Atena Lucana e ad arrestare nell’aprile 2021, il 78enne Luigi Cardiello di Sant’Arsenio, il 31enne Gianluigi Cardiello, il 59enne Giovanni Cardiello di San Pietro al Tanagro, il 58enne Pasquale Quagliano di Sassano, il 64enne Francesco Pinto di Padula, il 39enne Raffaele Pinto di Sant’Arsenio e il 28enne Simone Nisi di Sala Consilina. Nell’indagine finì anche l’autotrasportatore di Atena Lucana, indagato ma non raggiunto da misura cautelare, che grazie con una testimonianza autoaccusatoria, svelò alla Procura il modus operandi dell’organizzazione criminale. Lo stesso autotrasportatore spiegò agli inquirenti come lui stesso fosse stata la vittima inconsapevole dell’organizzazione tanto che indicò tra gli altri, ai militari, su un terreno di sua proprietà sito a pochi metri dalla sua abitazione, in località Macchia di Atena Lucana, dove indicò di aver sversato ben 6 autobotti di solventi chimici credendo si trattasse di acqua fertilizzante, salvo poi scoprire al mattino seguente che si trattava di sostanze chimiche tossiche che avevano corroso il camion il quale aveva effettuato il trasporto delle cisterne.
Per quegli sversamenti illeciti di rifiuti chimici tossici che hanno contaminato terreni e falde acquifere come accertato dalle analisi dei periti dell’Arpac nominati dalla Procura, le otto persone indagate sono state ora rinviate a giudizio e il 2 febbraio comincerà la prima udienza del processo a loro carico. Per sette degli otto imputati, le accuse sono di traffico di rifiuti e disastro ambientale, mentre per uno l’accusa è di traffico illecito di rifiuti.