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Il ritardo nei soccorsi per Renato Castagno è solo uno dei nodi da chiarire sulla morte del detenuto, trentasettenne che ha perso la vita lo scorso 21 marzo, all’interno del carcere di Fuorni. A chiedere giustizia è la famiglia, oggi rappresentata dal fratello Lorenzo nello studio dell’avvocato Bianca De Concilio che è il legale difensore. Carte alla mano l’avvocato ha mostrato tutto il percorso attraverso il quale aveva più volte segnalato le condizioni di salute di Renato, incompatibili con il regime detentivo. Tant’è che prima della condanna definitiva, il gip D’Agostino aveva accettato che lo stesso scontasse la detenzione ai domiciliari. Dal 13 febbraio poi il ritorno dietro le sbarre ed una serie di malesseri che avevano subito spinto l’avvocato a chiedere dei provvedimenti. Per ironia della sorte la risposta, tra l’altro negativa, è arrivata dal tribunale di sorveglianza allo studio legale due giorni dopo la morte di Renato e senza che mai gli fosse riconosciuto neanche il diritto di essere soccorso presso il reparto detentivo dell’azienda ospedaliera Ruggi di Salerno. “Chiediamo giustizia per mio fratello, ma soprattutto per tutti quelli come lui affinché quanto accaduto non si ripeta più“ ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il fratello Lorenzo.