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Nuova multa e fermo amministrativo per Sea-Eye 4 a Salerno. Lo fa sapere, con una nota, la stessa ong Sea-Eye. “Dopo che il suo equipaggio ha salvato 114 vite umane in tre operazioni di salvataggio consecutive nelle zone Sar libiche e maltesi, la Sea-Eye 4 è ora nuovamente bloccata in Italia. Le autorità italiane hanno imposto anche una multa di circa 3.000 euro. La nave non potrà lasciare il porto di Salerno per 20 giorni. I soccorritori di Sea-Eye sono accusati della ripetuta violazione di una nuova legge italiana entrata in vigore nel febbraio 2023”. “Siamo nuovamente accusati di aver effettuato più di un’operazione di salvataggio. Se non lo avessimo fatto, le persone avrebbero perso la vita”, afferma Gorden Isler, presidente di Sea-Eye. 

“Le persone soccorse tra il 17 e il 18 agosto – sottolinea la ong – avevano già trascorso fino a 5 giorni in mare. Nessuna delle tre imbarcazioni è riuscita a raggiungere da sola un luogo sicuro. Sulla terza imbarcazione, ritrovata dalla Sea-Eye 4 il 18 agosto, quattro persone erano prive di sensi”. L’ong ricorda che si tratta del secondo fermo per la Sea-Eye 4 quest’anno, mentre “martedì mattina è stata fermata anche la nave di salvataggio spagnola Open Arms, dell’omonima organizzazione umanitaria e lunedì la nave Aurora di Sea-Watch è stata posta in fermo amministrativo. Le accuse sono sempre le stesse: violazione della legge Piantedosi del 24 febbraio 2023. Allo stesso tempo – sottolinea Sea Eye – solo quest’anno sono morte più di 2.100 persone nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per cercare protezione in Europa”.

“È importante tenere presente che questa legge è stata scritta esclusivamente per le organizzazioni di soccorso in mare. È contraria al diritto internazionale, che obbliga un capitano a soccorrere le persone in pericolo in mare”, afferma Gorden Isler. Secondo l’ong, “le organizzazioni di soccorso in mare come Sea-Eye si troveranno così ripetutamente nella situazione di dover decidere se trattenere le proprie navi e tornare indietro dopo la prima operazione di salvataggio, oppure non lasciare morire nessuno e accettare così la perdita delle proprie navi”. “Questa settimana Sea-Eye, Sea-Watch e Open Arms hanno scelto di anteporre il salvataggio di vite umane alle loro navi. L’Italia ora sta punendo questo comportamento e mettendo in pericolo la vita di molte persone che rimangono indifese e in balia del mare”, ha continuato Isler. La Sea-Eye farà ricorso contro il fermo.