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In assenza di reclutamento di personale medico sanitario in servizio presso l’ospedale di Polla, i reparti del nosocomio ed in particolare, cardiologia e chirurgia, rischiano il collasso, pregiudicando così la qualità dell’assistenza, oltre che il benessere dei medici in servizio”.
È l’allarme che arriva dal segretario della Fp CGIL Salerno, Antonio Capezzuto, e dal coordinatore medici e dirigenza sanitaria dell’Asl di Salerno, Massimiliano Voza, in una missiva indirizzata ai vertici dell’Asl di Salerno e al direttore generale circa la grave carenza di medici nell’ospedale di Polla.
Siamo costretti ad evidenziare la grave carenza di personale nel presidio ospedaliero di Polla che con i suoi 173 posti letto previsti, si classifica come terzo per capienza, dietro solo ai DEA di Nocera Inferiore e di Vallo della Lucania e che nella recente proposta di Atto Aziendale che l’ASL Salerno ha inviato in Regione Campania, si configura come DEA di I livello della rete di emergenza regionale ed è inserito nella “Rete Stroke” aziendale cioè la rete per l’Ictus cerebrale, quale sede di “Stroke Unit 1° livello”, nella “Rete IMA” dell’infarto miocardico quale “spoke”, e si configura come “PST” Pronto Soccorso Traumatologico nella rete Trauma e “spoke1° livello” per le emergenze pediatriche – scrive nero su bianco nella missiva la Cgil. Un ospedale – continua la missiva – sempre più centrale nell’assistenza sanitaria ospedaliera e che è oberato della refertazione da remoto delle indagini radiologiche per i presidi necessitanti, sovraccaricando la radiologia e quindi l’ospedale, partendo proprio dal Pronto Soccorso, senza che tale diversa organizzazione del lavoro sia stata prima discussa con i sindacati o abbia comportato benefici per gli operatori coinvolti”.
La carenza di medici, secondo la Cgil riguarda, i reparti di Neurologia e di Ortopedia, a cui si aggiungono le carenze di personale in Chirurgia che dei 4 medici entro fine mese rischia di restare solo con 3 chirurghi e in Cardiologia che conta solo 3 cardiologi a tempo pieno e 2 a tempo dimezzato.
A far fronte dal 16 settembre – scrive la Cgil in riferimento alla cardiologia – a un reparto con ambulatori specialistici e 6 posti letto in UTIC e 12 in degenza ordinaria. La situazione -denuncia il sindacato – diventa insostenibile quando quotidianamente i cardiologi si devono allontanare dal reparto per il tempo necessario per farsi carico del trasporto andata e ritorno dei pazienti da sottoporre a coronarografia presso l’Hub di Eboli”.
Infine la richiesta: “Per assicurare la guardia attiva nei reparti sulle 24 ore (escluso l’attività di degenza o sala operatoria e interventistica), 7 giorni su 7, occorrerebbero più di 6 medici”.