Cava de’ Tirreni (Sa) – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Danilo Leo
Consigliere Comunale del Gruppo Democratici e Riformisti.
L’assenza di offerte per l’affidamento della gestione della Mediateca, anche alla scadenza del secondo bando, se per un verso impone all’amministrazione comunale una attenta riflessione sui contenuti del bando ed una eventuale sua rivisitazione, per un altro offre una importante opportunità alla stessa amministrazione ed alla città tutta per ripensare alla sua destinazione.
Ricordo ai colleghi consiglieri comunali ed ai cittadini che, sin dall’inizio di questa consiliatura, fui contrario all’affidamento a terzi della Mediateca o Palazzo delle Arti.
Ho sempre sostenuto che la Mediateca potesse essere il potenziale contenitore per eccellenza della cultura cavese.
Dovendo far fronte al grave disavanzo di bilancio che affligge il nostro Ente, e dovendo necessariamente e responsabilmente prevedere la vendita di immobili comunali al fine di ridurne la consistenza, avrei inserito nel Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni Comunali piuttosto l’immobile di Corso Marconi, attuale sede della Biblioteca, di sicuro valore commerciale e facilmente alienabile, trasferendo invece la stessa biblioteca presso la Mediateca. Così come avrei trasferito il nostro prestigioso Archivio Comunale negli adiacenti locali del Complesso San Giovanni, già in parte strutturati a questo scopo.
Il complesso integrato Mediateca-San Giovanni avrebbe potuto ospitare anche testi sacri, vedasi San Francesco, e perché no una mostra periodica del patrimonio culturale custodito presso il museo della Abbazia benedettina.
Pensavo ancora ad un info point per il turismo ambientale e religioso gestito da ragazzi della nostra città.
Ora, alla luce delle risultanze del bando per la concessione in gestione della Mediateca, per la seconda volta andato deserto, rilancio con forza la proposta di cui sopra, per la quale chiedo che l’Amministrazione realizzi tempestivamente un accurato studio di fattibilità, alla luce del quale si possa ragionarne senza posizioni precostituite in Consiglio Comunale.