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Pollica (Sa) – “L’eccellente lavoro della Procura di Salerno farà emergere le verità nascoste per troppi anni sull’omicidio di Angelo Vasallo”.
È quanto afferma ad Anteprima24, il deputato del M5S e membro della commissione parlamentare antimafia, Luca Migliorino, sull’ufficializzazione nella giornata di ieri, da parte della Procura della Repubblica di Salerno guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, della notizia di nove persone iscritte nel registro degli indagati e destinatarie di perquisizioni, per l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, trucidato con nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010. 
Un omicidio sul quale ancora oggi, a distanza di 12 anni, non si conoscono i nomi di mandanti ed esecutori, ma le cui indagini che non sono mai cessate da parte degli inquirenti salernitani, ben presto potrebbero portare a dare un nome ed un volto agli assassini del sindaco pescatore. Indagini, che hanno visto per oltre due anni, anche i dossier d’inchiesta della commissione parlamentare antimafia che ha costituto un gruppo di lavoro “ad hoc” sul caso Vassallo.
Intanto però, una svolta alle indagini che nei 12 anni si sono susseguite tra i depistaggi, è arrivata ieri dalla Procura della Repubblica di Salerno. I militari del reparto crimini violenti del raggruppamento operativo speciale di Roma e della Sezione anticrimine di Salerno hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e di sequestro emesso dalla Direzione distrettuale Antimafia di Salerno nei confronti di nove persone indagate a vario titolo per l’omicidio del sindaco.
Secondo la Procura antimafia di Salerno, le nove persone coinvolte, tra cui tre carabinieri e degli imprenditori cilentani, rispondono dei reati di omicidio e di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’ipotesi investigativa è che Vassallo sia stato ucciso perché avrebbe potuto scoprire un traffico di sostanze stupefacenti che avveniva sul porto di Acciaroli.
Le indagini in corso, che finalmente hanno avuto una importante svolta, dovranno inoltre accertare – «lo svolgimento e le reali finalità di una serie di attività investigative – poste in essere nella fase immediatamente successiva alla commissione del delitto, in assenza di delega da parte di questa Procura della Repubblica, competente all’accertamento dei fatti – che ebbero quale effetto quello di indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei all’episodio criminoso».
Indagini che hanno beneficiato anche della collaborazione della direzione distrettuale antimafia di Napoli e che sono coperte da segreto investigativo.
Tra gli indagati ci sarebbe il nome del colonnello dei carabinieri, Fabio Cagnazzo, che nel 2010 era comandante provinciale dell’Arma a Frosinone e l’ex collaboratore di Cagnazzo e sottufficiale, il brigadiere Lazzaro Cioffi, quest’ultimo già indagato per l’omicidio e condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga ed altri reati. Entrambi i miliari il 5 settembre di 12 anni fa, mentre erano in vacanza nel Cilento, furono tra i primi ad intervenire sul luogo del delitto e procedere autonomamente alle indagini e ai sequestri dei video delle telecamere di videosorveglianza presenti sul porto di Acciaroli che avrebbero registrato gli ultimi momenti di vita del sindaco pescatore e che potrebbero aver fatto risalire al volto dell’assassino o degli assassini del primo cittadino.
Una svolta importante nelle indagini sull’omicidio la cui verità, chiesta da 12 anni dalla fondazione “Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”, presieduta dal fratello del sindaco, Dario Vassallo, non ha mai smesso di cercare.
Ricerca della verità sulla quale ha lavorato per ben due anni, con decine di audizioni di magistrati, giornalisti, cittadini, familiari e persone informate sui fatti, anche la commissione d’inchiesta della commissione parlamentare antimafia.
Un lavoro investigativo parlamentare quello svolto dalla commissione antimafia e coordinato dal deputato Luca Migliorino che lo scorso anno, insieme alla deputata del M5S e membro della commissione, Stefania Ascari, a forze dell’ordine e a tecnici specializzati, si sono recati a Pollica sul luogo dove Vassallo è stato trucidato mentre era a bordo della sua auto.
“Il lavoro della commissione ruotava intorno alla pista della droga- sottolinea Migliorino. -La Procura di Salerno-commenta- ha fatto un ottimo lavoro ed ora, certamente, assisteremo alle dirette conseguenze di questi lunghi anni di indagini.
I lavori della commissione parlamentare -sottolinea -hanno avuto seguito grazie alla tenacia di Dario e Massimo Vassallo, i fratelli del sindaco che non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia e alle persone che ci hanno creduto e che sono state preziose per il lavoro dell’antimafia. Noi- sottolinea Migliorino- con la deputata Ascari e il senatore Giovanni Endrizzi, abbiamo lavorato con tenacia senza mai arrenderci sul caso affinché si possa fare luce sulla verità e ora, la Procura ha dato la svolta giusta. C’è voluto tempo-chiosa-ma ci abbiamo creduto. Questo -conclude il deputato- è solo il primo passo per far emergere tutte le verità nascoste sul caso Vassallo. Immagino-chiosa- il giorno in cui la famiglia Vassallo potrà leggere le carte dell’inchiesta e quello, certamente, sarà un altro giorno importante perché da quei documenti avranno la visione chiara di cosa davvero è successo. Angelo Vassallo- conclude Migliorino-merita giustizia e la verità, attesa per troppo tempo, non deve più tardare ad emergere”.