Restano aperti ed affidati all’amministratore giudiziario Antonella De Luca i locali della movida finiti ieri nel mirino della procura di Salerno e della Gdf nell’ambito dell’inchiesta su riciclaggio di denaro e truffa allo Stato che ha portato agli arresti domiciliari i re della movida salernitana. Più di undici attività, tra bar ristoranti e supermercati finiti sotto i riflettori del capo della Procura di Salerno, Giuseppe Borrelli che cerca di fare chiarezza sul giro di denaro.
L’indagine prende l’avvio da gli esiti di un controllo eseguito dai carabinieri dei Nas presso il ristorante “Filippo o Panaro”: i carabinieri scoprono che la legale rappresentante dell’azienda risulta completamente estranea alla gestione societaria che, invece, sulla base dei primi accertamenti viene ricondotta a Enzo Bove e Carmine Del Regno. Un sistema di intestazione fittizie che viene ripetuto di locale in locale e porta la Guardia di Finanza a scoprire che esiste una vera e propria organizzazione facente capo a Bove e Del Regno volta a gestire attività commerciali attraverso l’interposizione fittizia di prestanome. Ma l’episodio chiave dell’inchiesta avviene il 18 novembre 2021 quando Carmine Del Regno aggredisce due dipendenti dei locali Non ‘Ti Pago’ e ‘Filippo o Panaro’. Le forze dell’ordine che stanno già indagando decidono di andare in profondità sull’episodio e avviano un’attività di intercettazione che ha consentito di far emergere la figura di Domenico Zeno, detto “Mimmo“, soggetto già destinatario di misure di prevenzione patrimoniali e personali, oggi ritenuto il vero dominus di tutto il sistema messo in piedi. Gli ulteriori esiti delle attività intercettive hanno fatto emergerne anche il ruolo, nella stessa organizzazione di Massimo Sileo. Del Regno e Bove, da circa dieci anni, gestivano supermercati e attività di ristorazione sulla base di accordi mai formalizzati in negozi giuridici e senza una chiara distinzione e definizione degli impegni finanziari assunti per la realizzazione e l’amministrazione delle relative attività, secondo una vera e propria società di fatto. Tali accordi erano stati a lungo rispettati, secondo modalità per le quali Del Regno, attraverso la Meda Carni Srl, società di famiglia, si occupava della gestione e dell’esercizio dei supermercati ad insegna Ete in Salerno, mentre Bove, formalmente inquadrato come dipendente della suddetta compagine sociale, si occupava, in considerazione del suo background imprenditoriale, della gestione di tutti gli aspetti connessi all’esercizio delle attività di ristorazione operanti con insegna ‘Filippo O’ Panaro’ e ‘Non Ti Pago’, entrambe rientranti nella proprietà di società nelle quali il Bove rivestiva la qualità di socio, ma che venivano finanziate grazie ai profitti dei supermercati gestiti dalla società facente capo Del Regno, il quale non rivestiva alcuna posizione formale nelle predette società. Nel 2020 la nascita del ristorante ‘Porca Vacca’, nei locali dove Del Regno aveva svolto per anni l’attività di commercializzazione di carni. L’accordo tra i due soci di fatto si rompe: Bove accusa Del Regno di non aver mantenuto fede a degli impegni assunti e a sua volta non paga il canone d’affitto. È la goccia che fa traboccare il vaso e porta Del Regno all’aggressione ai due dipendenti. Parallelamente si avvia anche un contesto imprenditoriale nel quale Bove intreccia i suoi affari con Massimo Sileo e con Mimmo Zeno, che essendo già sottoposto a misure di prevenzione patrimoniali non risulta mai ricoprire formalmente e/o detenere quote sociali, pur essendone il vero dominus, ma figurava, al più, come dipendente.