Celebrazioni per il ventennale dalla fondazione del Rotary Club Salerno Duomo, alla presenza di autorità rotariane, civili, militari e religiose, domani sera, mercoledì 14 giugno, alle ore 20,30 presso i saloni dell’Hotel Mediterranea “Il Rotary Club Salerno Duomo – ha dichiarato il Presidente Raffaele Parlato – è composto da 56 soci nel corso degli anni ha reso servizio sul territorio e profuso risorse lontano dai confini nazionali, Honduras, Etiopia , ucraina con iniziative efficaci che hanno portato sollievo e generato sviluppo In vent’anni sono state toccate tutte le aree di intervento rotariane con particolare riguardo alla prevenzione delle malattie, alla crescita dei giovani, in ambito green. Sarà questo un evento che rappresenterà un momento di riflessione su quanto di buono realizzato nel passato che deve essere di ispirazione per il futuro”.
Nell’ambito della serata verrà rinnovata la tradizione della consegna delle borse di studio donate dal Rotary Club Salerno Duomo ai migliori talenti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, selezionati dal docente di musica da camera, il violinista Fulvio Artiano, con il dr.Alberto Cerracchio a fare da mediatore tra la sezione del club rotariano e la massina istituzione musicale cittadina. Duemila euro di premi per gli studenti che terranno un vero e proprio concerto dedicato al club, con il programma inaugurato dall’arpista Antonietta Lamberti con Legende d’apres les “Elfes” de Leconte de Lisle dedicata da Henriette Reniè nel 1901 al Maestro Theodore Dubois. Approccio orchestrale per questa pagina per il ventaglio dei diversi timbri in Legende, che guarda con ammirazione a Cesar Franck, facendo attenzione all’armonia, al contrappunto e alle sovrapposizioni caratteristiche del compositore belga, oltre che alla tecnica innovativa dello strumento stesso per l’epoca. Ascolteremo, poi, il percussionista Salvatore Di Gregorio, in Asventuras di Alexj Gerassimez, un magnifico assolo di rullante, strumento che accende il cimento compositivo, per i musicisti che devono avventurarsi in tecniche non tradizionali allo scopo di stabilire un linguaggio musicale per questo strumento. Ciò spesso include ritmi complessi, performance di padronanza tecnica e l’uso di vari strumenti e superfici che modificano il timbro del rullante. Tanti compositori ci hanno provato ma pochi come Alexj Gerassimez sono riusciti a fondere le tecniche e far veramente musica. Unico strumento a fiato presente sarà il fagotto che verrà suonato da Pietro Amato, il quale ha scelto di proporre l’Andante e Rondò ongarese in do minore – maggiore, op. 35, J. 158 composto da Carl Maria von Weber, datato 1813 per fagotto e pianoforte, dove ad un movimento pensoso, punteggiato dalle squisitezze timbriche del solista, si alterna a mo’ di conclusione un allegro vivace e scherzoso, dal ritmo leggero e spumeggiante. Rivelazione assoluta, che abbiamo già applaudito nei soli della I Sinfonia di Johannes Brahms nell’atrio del duomo è il violino di Pasquale Picone. Per il Rotary in duo con Sabina Mauro, che sarà al pianoforte per l’intera serata, ha scelto di eseguire l’Allegro Moderato del Concerto n. 2 per violino e orchestra in Re minore Op. 22 in Re minore di Henryk Weiniawski. In questa pagina, il compositore impiega solo metà dello schema della forma-sonata: vengono correttamente esposti i due temi, il primo cupo e inquieto ed il secondo più lirico e luminoso, tuttavia dopo l’esposizione del secondo tema il ponte modulante, senza riprendere il primo tema, porta direttamente alla Romanza che segue. Musica, questa che si inserisce idealmente nel solco della tradizione del concerto romantico per violino di Beethoven e Mendelssohn e la cui originalità consiste nel superamento degli schemi del classico concerto per strumento solista operato grazie ad una propensione per una forma piuttosto libera ed incline a divagazioni che assecondano il gusto romantico con i caratteristici slanci improvvisativi, altamente virtuosistici. Altro premiato, il pianista Samuele De Stefani, il quale principierà il suo intervento con il secondo in la minore e l’ultimo in Re minore dei 24 preludi op.11 di Aleksandr Skrjabin, in cui il compositore non sfrutta il contrasto tra pezzo aforistico e pezzo formalmente più articolato, poiché sono monotematici, frutto di una grandissima sintesi storica, da Chopin ad Henselt da Ljadov a Liszt, che diventa prestamente originale. De Stefani continuerà, quindi con la Sonata di Domenico Scarlatti sonata K400 in re maggiore dove estro, fantasia, capriccio, malinconia, passionalità traspaiono con inesauribile dovizia da questa pagina. La piccola e agile forma della sonata scarlattiana sembra inverare in suoni tutto l’esprit del Settecento in un sottile e perfetto equilibrio di geometria e passioni. Non il “profondo intendimento” – per riprendere il celebre Avvertimento al Lettore pubblicato con i Trenta Essercisi per gravicembalo nel 1738 – ma lo “scherzo ingegnoso dell’Arte”. Finale con il Felix Mendelssohn-Bartholdy del Rondò Capriccioso in mi minore op.14 datato 1824 definito chiaramente dallo stesso titolo come una libera, fantasiosa interpretazione del classico schema architettonico in cui, ad un motivo ricorrente, si alternano diversi altri di carattere episodico, pagina delicata ed elegante, di gusto un po’ salottiero e Biedermeier. Premio anche per il trio composto dalla violinista Bianca Agostini, dalla cellista Ludovica Ventre con Davide Cesarano al pianoforte, ma niente esibizione, essendo il violino impegnato con l’orchestra dell’Arena di Verona.