Arturo Iannelli il presidente della commissione ambiente del Comune di Salerno finito nel mirino degli attacchi del Comitato salute e vita per la mancata convocazione dei rappresentanti al tavolo in programma domani sulle fonderie pisano va avanti e non si lascia tramortire dai colpi e dagli attacchi del presidente del comitato Lorenzo Forte.
Domani alla prima riunione dell’organismo costituito dal presidente della commissione Ambiente con la precisa volontà di scrivere la parola fine sulla vicenda ed arrivare alla delocalizzazione delle Fonderie Pisano dal rione di Fratte il comitato non sarà presente. Iannelli che ha vinto una battaglia personale di portare in Comune la questione punta a riprendere con i fatti alle accuse anche di natura personale che anche oggi il comitato non gli ha risparmiato accusandolo di essere parte del sistema De Luca e definendo il tavolo non tecnico ma politico dopo che Iannelli ha citato dalla sua parte e a favore del piano per il trasferimento del sito industriale il vice presidente della regione Campania Fulvio Bonavitacola.
I politici che cita Iannelli, come Bonavitacola e i De Luca, a dimostrazione che sarebbe un tavolo tecnico imparziale, in realtà sono gli stessi che in pieno lockdown hanno concesso alla famiglia Pisano la nuova AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale – che ha permesso ai Pisano di continuare ad avvelenare ancora oggi per dodici anni l’aria che respiriamo, nonostante era stato già certificato con lo Studio SPES che c’era già un disastro ambientale causato dalle fonderie Pisano.» scrive ancora oggi Forte. Iannelli invece tace e preferisce andare avanti con i fatti. . Dalla sua parte oggi si schierano i consiglieri di opposizione Catello Lambiase invitato a far parte del tavolo, Elisabetta Barone e Claudia Pecoraro che, in un comunicato hanno ricordato che la chiusura delle fonderie Pisano è stato un obiettivo del loro agire politico dal primo momento in cui sono entrati in Consiglio comunale.
Sempre maggiori evidenze si stanno accumulando a supporto del nesso di causalità tra aumento di patologie nelle vicinanze dell’opificio, ricordano i tre esponenti che confidano nella speranza che il tavolo tecnico che vedrà seduti i maggiori attori pubblici di controllo sulle Fonderie, dai Nas all’Arpac, dall’istituto zooprofilattico a rappresentanti regionali ambientali, potrà portare a delle risposte. “Il compito di rappresentanti dei cittadini ci impone di sperare che questo tavolo sia propedeutico ad un rapido cambio di passo che porti rapidamente alla chiusura delle Fonderie“ concludono i consiglieri.