Salerno – Per la prima volta da quando è stato redatto, il Comune di Salerno ha ufficialmente chiesto di poter avere visionare lo studio Spes realizzato dall’Istituto zooprofilattico di Napoli sulle conseguenze relative all’impatto che l’inquinamento ambientale ha avuto sui residenti in un’area di 5 km dalle Fonderie Pisano di Fratte. È una svolta nella vicenda che riguarda l’azienda e che, come stato sottolineato questa mattina nel corso della riunione della commissione ambiente che ha affrontato la questione è frutto del nuovo volto di un Consiglio nel quale siedono diversi medici a partire dal presidente della Commissione Ambiente Arturo Iannelli, impegnato anche sul fronte del Registro Tumori. Alla seduta della commissione ha partecipato anche l’assessore all’ambiente del Comune di Salerno Massimiliano Natella che non ha escluso possibili azioni anche da parte del Comune di Salerno laddove le indicazioni emerse dallo studio vadano nella direzione di imporre delle limitazioni alla attività delle fonderie.
La decisione del Comune arriva la vigilia di una nuova iniziativa promossa dal Comitato/Associazione “Salute e Vita”. Domani sabato 26 febbraio 2022, è stata organizzata, presso il cinema teatro San Demetrio un’assemblea aperta per definire nuove iniziative da intraprendere, al fine di sollecitare il sindaco di Salerno ed, in subordine, il presidente della Regione Campania, a fare un’ordinanza contingibile ed urgente di chiusura immediata dello stabilimento di Fratte, “perché l’inquinamento presente è stato già ampiamente dimostrato nello Studio SPES, che ha fotografato il disastro ambientale della Valle dell’Irno che ha come epicentro le Fonderie Pisano”. Alle già gravissime conferme di questo Studio, si aggiungono, come ha fatto rilevare in una nota il presidente del comitato Lorenzo Forte, la consulenza tecnica oncologica e medico legale su alcune patologie presentate da 50 persone e sulla loro correlazione con l’inquinamento ambientale e la relazione peritale a cura del professor Annibale Biggeri e del dottor Francesco Forastiere, che sono gli stessi CTU – Consulenti Tecnici d’Ufficio – designati dalla Procura di Taranto e che hanno trovato il nesso di causalità con l’ILVA, utilizzando gli stessi metodi scientifici collaudati.