Tempo di lettura: 4 minuti

Salerno – Manca poco a raggiungere quota 7500 firme che sulla piattaforma charge.org significa rientrare tra le petizioni più firmate. Ha trovato grande adesione l’ultima iniziativa del comitato Salute e vita contro l’inquinamento dell’aria di Fratte legata alle Fonderie Pisano: una raccolta firme lanciata da un gruppo di genitori di Salerno e della Valle dell’Irno che chiedono alle Istituzioni la chiusura delle Fonderie Pisano.

La petizione “Basta metalli pesanti e diossine nell’aria che respirano i bambini di Salerno!” ha raggiunto più di 6500 sottoscrizioni, “un segnale chiaro di quanto la vicenda Pisano preoccupi la popolazione” commenta Lorenzo Forte, presidente del Comitato che ricorda come gli esiti dello studio SPES, i nuovi sviluppi dell’inchiesta giudiziaria che mette in relazione le emissioni della fonderia con la salute dei cittadini, solo per citare i più recenti sviluppi, delineino un quadro allarmante di cui la popolazione ha ormai piena consapevolezza. L’Associazione, Chi ha previsto anche un appuntamento per sabato 19 marzo alle 17:30 presso la libreria Libramente in via Volpe, spera anche attraverso questa iniziativa, di sollecitare chi di competenza a prendere provvedimenti. Intanto qui di seguito si riporta il link a cui è possibile sottoscrivere la petizione: https://www.change.org/Aria-pulita-bambini-Salerno-StopPisano

Questo il testo che i proponenti della petizione, lanciata da Carla Cirillo, mamma di un alunno della scuola Giacomo Costa, hanno allegato per raccogliere le firme.
“Siamo un gruppo di genitori preoccupati per la salute dei propri figli e dei bambini della nostra città, nonché di quella di tutti noi. Viviamo a Salerno. Qui in un quartiere molto popoloso si trova una fonderia risalente agli anni 60, obsoleta e mai seriamente ammodernata, dichiarata incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserita. Numerosi sono i procedimenti penali contro la proprietà con capi d’imputazione quali scarico di agenti cancerogeni e metalli pesanti nell’acqua, nel terreno e nell’aria senza autorizzazione. E’ certificato da numerose relazioni dell’ARPAC (Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania) che l’impianto continua a perpetuare un danno acclarato all’ambiente ed alla salute dei cittadini e che tutte e tre le matrici acqua, aria e suolo sono interessate dalla sua illecita attività. La stessa agenzia regionale ha concluso in una delle sue relazioni che la mancata osservanza delle BAT (Best Available Technologies) da parte delle Fonderie costituisce un pericolo esiziale sia per i cittadini che per i lavoratori delle fonderie. Tale dicitura è riportata anche nella sentenza del TAR in cui i magistrati si erano espressi contro la riapertura dello stabilimento soffermandosi a spiegare il significato del termine esiziale (“… il lemma esiziale indica, in modo inequivocabile, ciò che è “mortale” o “pregiudica irrimediabilmente la salute”). Nonostante tutto questo l’impianto funziona ancora e continua ad avvelenare l’aria di ben tre Comuni. Nell’area interessata dalle emissioni della Fonderia, si riscontra un’incidenza anomala di tumori (alcuni definiti rari) e di malattie respiratorie. La gente si ammala, la Procura di Salerno indaga anche sulla correlazione tra l’attività della fonderia e l’incidenza di malattie neoplastiche, la Regione dispone lo studio SPES (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile) per valutare lo stato di salute della popolazione della zona. Purtroppo i risultati dello studio SPES sono stati resi pubblici soltanto dopo ben due ricorsi al TAR, nonostante fossero noti alla Regione Campania. Il Presidente De Luca aveva infatti dichiarato un anno prima di avere la “sensazione” che dallo studio SPES emergesse un quadro allarmante per cui le Fonderie non potessero più riaprire. E infatti dopo una dura battaglia legale abbiamo scoperto che cadmio e mercurio sono presenti nel sangue della popolazione che vive nelle immediate vicinanze della Fonderia in concentrazioni cinque volte maggiori alla media.

In un qualsiasi paese civile questa vicenda si sarebbe conclusa molti anni fa, ma a Salerno non c’è mai stata la volontà politica di affrontare e risolvere la questione Pisano. In questo senso sono gravissime le responsabilità dell’attuale Presidente De Luca, per lungo tempo sindaco della città. Negli anni ha negato, accusato, fatto proclami, promesse e omissioni pur essendo nella posizione di poter prendere decisioni che tutelassero l’ambiente e la salute dei cittadini. E’ il momento di mettere il Presidente De Luca e il Sindaco di Salerno di fronte alle proprie responsabilità. Entrambi sono ben consapevoli dei rischi a cui la popolazione è esposta e sono nella posizione di poter intervenire chiudendo le Fonderie. Sosteneteci per chiederlo con forza!“.