Giffoni Valle Piana (Sa) – Saio, piedi nudi anche col freddo più pungente, cassetta per le offerte e un gran sorriso: era Fra Generoso, frate francescano minore, al secolo Antonio Muro, nato a Montecorvino Rovella nel 1916, vissuto tra Salerno e Baronissi e deceduto il 10 novembre 1964.
Nel ricordo del suo cuore buono e di tutte le opere di bene promosse, la Compagnia Giffoni Teatro torna in scena con un atto unico a lui dedicato. Da lunedì 3 a mercoledì 5 aprile, alle 20.30, nell’ambito della XIII Stagione Invernale di Prosa di Giffoni Teatro promossa dall’Associazione omonima, la Sala Blu della Multimedia Valley della Cittadella del Cinema di Giffoni Valle Piana, ospita le tre repliche di un omaggio sentito e dovuto al giullare di Dio dall’aspetto sempre gioviale che chiedeva ai passanti un aiuto per il Convento.
Fra Generoso sarà interpretato da Giacomo D’Agostino. Protagonisti anche Ciro Girardi, Francesca Canale e Michele Chirico. «È stato un mito per la città: ha incrociato misericordiosamente poveri e potenti. A quasi sessant’anni dalla sua dipartita se ne sente ancora l’eco», spiega il regista Rosario Muro, nipote del frate.
Dalla Salerno alta di S. Anna in S. Lorenzo, da Piazza Ferrovia, dal Convento del Sacro Cuore: iniziava da questi luoghi il suo saliscendi da bus e scale del centro storico, percorrendo la città, dal Tribunale al Ponte Fratte, dalla Standa al Teatro Verdi. Tanta strada in quei sandali, con la cassettina delle offerte sempre tra le mani e un sorriso contagioso che annullava le distanze. Tantissimi i testimoni riconoscenti, dopo la morte di questo fraticello, del bene ricevuto: non solo soldi, ma medicine, vestiti e scarpe, occupazioni di lavoro intercedute per disoccupati, litigi composti nelle famiglie, consigli e parole buone.
SINOSSI Lo spettacolo inizia in Paradiso. Qui il frate, contrariato per non poter più assistere i suoi ultimi, i poveri, i derelitti e gli ammalati di Salerno, sfida la pazienza divina e, come in vita, con il suo carattere burbero e schietto, discute contestando leggi e dogmi teologali. Una personalità, un’anima, polemicamente in bilico tra terra e cielo, tra umanità e spiritualità. In un crescendo di emotività e poesia, viaggia tra gli eventi storici accompagnato dai suoi amici, altrettanto Santi per averlo affiancato nella missione di carità. Lo spettacolo diviene un excursus su accadimenti, storie e episodi della città illustrati nel gergo e nelle vesti del povero questuante tanto amato dai salernitani e a cui tutti, dai poveri ai potenti, portavano rispetto. Narra della guerra, dei fascisti e dei nazisti, dello sbarco degli alleati e delle loro bombe. Racconta la ricostruzione, degli anni del miracolo economico, per giungere, infine, alla tremenda alluvione che, nel 1954, flagella Salerno mietendo morti e feriti. Particolarmente poetico il racconto della dottoressa diventata religiosa Suor Ebe Arisi che poi, in clausura, a dieci anni dalla scomparsa, gli dedica un ricordo, un libro.
L’opera si svolge per quasi 70 minuti per lasciare lo spettatore con il fiato sospeso, avvinto dalle storie profonde e particolari, ma anche divertito per il fascino, il carisma emanato dal personaggio, per arrivare a un finale poetico, commemorativo e commovente.
Giffoni Teatro si concluderà martedì 18 aprile con “L’erba del vicino è sempre più verde”, la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da uno dei volti più amati e apprezzati dello spettacolo italiano, Carlo Buccirosso.
Fra Generoso: la Compagnia Giffoni Teatro alla Multimedia Valley per ricordare il giullare di Dio
Tempo di lettura: 3 minuti