“Durante una perquisizione ordinaria finalizzata al contrasto di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari, è stato rinvenuto un telefono smartphone ben occultato sotto una mattonella di una cella. Al momento della contestazione del telefono cellulare, avvenuta in presenza del Comandante del Reparto e del personale di Polizia Penitenziaria impegnato nell’attività di perquisizione, il detenuto ha cominciato a inveire e minacciare i presenti, arrivando addirittura a prendere il tavolo e scagliarlo con violenza contro la comandante che veniva colpita alla coscia sinistra”. A denunciare l’ennesimo episodio di violenza ai danni della polizia penitenziaria, questa volta avvenuto a Salerno, è Tiziana Guacci, segretario regionale della Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe).
“La situazione interna al carcere è diventata invivibile”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe, che esprime solidarietà al dirigente di Polizia Penitenziaria. Per il sindacato “tali atteggiamenti da parte dei reclusi vanno condannati e allo stesso tempo condanniamo queste violenze che stanno facendo vivere al proprio personale di Polizia Penitenziaria giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale. Occorre che le autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine dotando la Polizia Penitenziaria di adeguati strumenti operativi necessari per fronteggiare questa violenza assurda”, conclude Capece. “Da tempo stiamo denunciando le condizioni di enorme difficoltà del carcere salernitano dove mancano 79 agenti dalla pianta organica e un vice comandante da affiancare al titolare”, dicono Ciro Auricchio e Giuseppe Del Sorbo, sindacalisti dell’Uspp. “Bisogna decongestionare il sovraffollamento – aggiungono – che rimane una piaga bisogna poi prevedere subito una modifica legislativa che elimina i benefici di legge tipo le misure alternative al carcere per chi si rende protagonista di aggressioni al danno del personale. Giunga la solidarietà del sindacato al comandante per la vile aggressione”.