Porta la firma del generale dei carabinieri, ex ministro dell’ambiente e vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa, e del cofirmatario il deputato e presidente dell’intergruppo parlamentare Sud, Aree Fragili e Isole Minori, Alessandro Caramiello, l’interrogazione parlamentare a risposta scritta indirizzata al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, circa la questione inerente la variante al Puc adottata dall’amministrazione comunale di Buccino che trasforma di fatto, l’area industriale agroalimentare e le aree agricole in aree ospitati impianti di trattamento rifiuti da inerti, di produzione di calcestruzzo e materiale bitumoso e – “quali iniziative i Ministri intendano intraprendere per salvaguardare il patrimonio ambientale della zona di Buccino, in maniera tale che la destinazione agroalimentare possa esserne tutelata”.
Una vicenda quella di Buccino e della variante al Piano Urbanistico adottata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pasquale Freda, che dopo aver concesso un permesso a costruire in area agricola ad un azienda salernitana per un impianto di calcestruzzo e aver approvato in giunta la modifica del puc dell’area industriale agroalimentare e delle aree agricole trasformandole in aree dove sono previsti insediamenti industriali tra la lavorazione di rifiuti quali inerti, materiale bitumoso, ecc., che hanno scatenato l’ira dell’associazione ambientalista Paese Mio, del gruppo consiliare di minoranza “La Rosa” che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno e dei cittadini, il caso Buccino ora finisce in Parlamento e a portarlo all’attenzione dei ministri di Agricoltura e Ambiente, è proprio l’ex ministro dell’ambiente e generale dei carabinieri, Sergio Costa, insieme al cofirmatario, il deputato napoletano e presidente dell’intergruppo parlamentare per il Mezzogiorno, Alessandro Caramiello.
“Il comune di Buccino – si legge nell’interrogazione parlamentare a firma Caramiello e Costa – è conosciuto in tutto il mondo per la produzione di eccellenze agro alimentari e in particolare per l’olio extravergine di oliva che interessa tutto il territorio comunale. Il Comune, a seguito della delibera Giunta regionale n. 604 del 31 ottobre 2016, ha individuato la zona industriale di Buccino come «Area di crisi non complessa» ai sensi del decreto del ministro per lo sviluppo economico del 4 agosto 2016 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 ottobre 2016 e la classifica come «Distretto industriale alimentare». Successivamente – si legge – il Comune di Buccino, con delibera di consiglio comunale n. 43 del 30 dicembre 2017 all’unanimità ha preso atto della delibera della Giunta regionale della Campania e contestualmente ha modificato in variante il piano urbanistico comunale all’articolo 9 introducendo il seguente testo: «zona industriale di Buccino – Area di crisi non complessa classificata Distretto industriale alimentare»; a seguito della citata modifica in variante, che prevede la creazione di un polo agroalimentare, il comune ha stabilito che sono ammessi esclusivamente nuovi insediamenti artigianali e industriali nel settore agroalimentare;
In merito alla questione si è instaurato un contenzioso, promosso da Fonderie Pisano e dalla Buoneco srl, operanti nel trattamento aerobico di rifiuti a matrice organica, per un volume di 130 mila tonnellate all’anno, il cui opificio si trova sulle sponde del fiume Bianco affluente del fiume Tanagro, il quale sversa nel fiume Sele; dopo oltre sette anni di battaglie politiche e giudiziarie a tutela dell’ambiente e dello sviluppo agroalimentare dell’area, che hanno visto coinvolte associazioni ambientaliste, i comuni interessati, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, le Comunità montane, la Riserva naturale protetta regionale Monti Eremita Marzano-Foce Sele e Tanagro e la Commissione regionale per le aree interne, nel 2024 è stata sancita la vittoria giudiziaria del comune con sentenze del Consiglio di Stato n. 10045/2024 e 7690/2024.
Nel giugno 2022- si legge nell’interrogazione parlamentare- è subentrata una nuova amministrazione comunale che, in controtendenza con le battaglie ambientali menzionate e con le sentenze del Consiglio di Stato, stravolgendo la pianificazione urbanistica a tutela dell’agroalimentare, ha aperto le porte ai progetti industriali connessi alla produzione di calcestruzzo, bitume e trattamento inerti e fanghi ed ogni altra tipologia di rifiuto; in particolare, in contrasto allo strumento urbanistico ancora vigente, il giorno 24 dicembre 2024 il comune di Buccino ha rilasciato un permesso per la costruzione di un impianto industriale per la produzione di calcestruzzo in località Panericotta; la vicenda ha scatenato l’interesse e l’indignazione dell’opinione pubblica, della stampa locale, tanto che le opposizioni consiliari hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno, oltre all’avvio di progetti previsti dal Puc quali la realizzazione di impianti di trattamento rifiuti industriali di cui: fanghi, rifiuti speciali non specificati, vetro, sabbia, minerali, materiali da costruzione tipo gesso, miscele bituminose e la realizzazione di impianti di produzione e lavorazione calcestruzzo e materiale bituminoso nelle zone agricole E, C e zona D industriale agroalimentare; in data 3 dicembre 2024, il consorzio per lo sviluppo industriale Asi Salerno, proprietario degli immobili nell’area industriale di Buccino, ha deliberato con atto n. 293 il provvedimento di istanza di acquisto del lotto n. 08 della Ex Alimer alla società Edil Cava srl con sede a Cava de’ Tirreni e facente parte del gruppo Milito, che tratta lavori edili, stradali, di movimento terra, di trattamento e recupero inerti, trasporto a discarica e demolizioni. Si chiede quindi- conclude l’interrogazione- se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione descritta e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per salvaguardare il patrimonio ambientale della zona di Buccino, in maniera tale che la destinazione agroalimentare possa esserne tutelata”.