In un momento storico economicamente drammatico come quello che stiamo attraversando a livello nazionale e locale, chi amministra e occupa ruoli apicali in comparti chiave dell’amministrazione pubblica non può permettersi atteggiamenti e dichiarazioni superficiali e provocatorie, utili solo ad ingenerare una “guerra tra poveri”.
Il bando per l’assunzione a tempo determinato delle 25 unità operative per la Salerno Pulita va bloccato.
Senza condizioni, senza tentennamenti, senza finti moralismi e tentativi (neanche troppo velati) di ritorsione nei confronti di chi ha protestato perché ha ritenuto di vedere violato un principio cardine dell’azione amministrativa e delle procedure di selezione del personale in una società partecipata dal Comune di Salerno per il 99% delle quote: la trasparenza.
Perché ciò che forse a qualche amministratore sfugge non è tanto la legittimità o meno del ritenere esistente una sorta di “diritto di prelazione” lavorativo, quanto la totale ed assoluta mancanza di trasparenza nella procedura.
La trasparenza, questa sconosciuta, che avrebbe imposto il coinvolgimento dei sindacati di base nella procedura e nella scelta dei criteri di selezione ed un bando ampiamente condiviso e pubblicizzato, la cui pubblicazione durasse più di 4 giorni.
Ma poi si leggono i nomi di alcuni dei selezionati. Si leggono i tempi in cui l’agenzia interinale dalla chiusura della procedura ha stilato la lista da girare alla società, e allora la trasparenza viene riaffermata nel ruolo che in questa città le è sempre stato dato: una bugia.
Un miraggio in questa città-cartolina in cui il “bello”, sbandierato dalle luci scintillanti e dai circhi acquatici, tenta (sempre più affannosamente) di nascondere la sporcizia – quella vera e quella umana – in cui siamo immersi.