“I rilievi della Consulta hanno confermato le forti perplessità, le critiche che, come opposizione, insieme ad altre forze politiche, sociali, politiche, istituzionali, avevamo denunciato negli anni passati. Abbiamo fatto una battaglia forte in Parlamento, nel Paese, raccogliendo oltre 500mila firme per un referendum per bloccare una riforma che avrebbe diviso l’Italia in due, avrebbe peggiorato le condizioni di vita nel Mezzogiorno, spaccando il Paese e aumentando le diseguaglianze in Italia”. A dirlo è il deputato Piero De Luca (PD) a margine di una conferenza stampa questa mattina al Comune di Salerno.
“La Corte Costituzionale – ha aggiunto – ha confermato che ci sono delle criticità enormi che rendono incostituzionale il testo per almeno sette punti e altri punti sono stati riformati dalla stessa Corte. Chiediamo però al Governo che si fermi subito, che non proceda con le intese che già aveva avviato perché è necessario aspettare le motivazioni della sentenza e su queste motivazioni, da leggere con attenzione, il Parlamento dovrà ripronunciarsi”. “Chiediamo però a Calderoli un atto di serenità perché lo ascoltiamo, lo leggiamo, è poco lucido, forse ancora ha subito i colpi della sentenza della Corte. Non è possibile né intimare all’opposizione cosa fare, né procedere a tappe forzate senza attendere le motivazioni della sentenza. Il testo presenta delle criticità che toccano il cuore stesso della riforma. Non è vero che l’impianto resta in piedi perché è stato completamente smontato. Noi continueremo a dare battaglia in Parlamento. Chiediamo che si fermino i motori di una riforma sbagliata ed anticostituzionale”, ha concluso Piero De Luca.
“La Corte Costituzionale – ha aggiunto – ha confermato che ci sono delle criticità enormi che rendono incostituzionale il testo per almeno sette punti e altri punti sono stati riformati dalla stessa Corte. Chiediamo però al Governo che si fermi subito, che non proceda con le intese che già aveva avviato perché è necessario aspettare le motivazioni della sentenza e su queste motivazioni, da leggere con attenzione, il Parlamento dovrà ripronunciarsi”. “Chiediamo però a Calderoli un atto di serenità perché lo ascoltiamo, lo leggiamo, è poco lucido, forse ancora ha subito i colpi della sentenza della Corte. Non è possibile né intimare all’opposizione cosa fare, né procedere a tappe forzate senza attendere le motivazioni della sentenza. Il testo presenta delle criticità che toccano il cuore stesso della riforma. Non è vero che l’impianto resta in piedi perché è stato completamente smontato. Noi continueremo a dare battaglia in Parlamento. Chiediamo che si fermino i motori di una riforma sbagliata ed anticostituzionale”, ha concluso Piero De Luca.
“E’ un’ottima notizia l’intesa raggiunta a livello politico. Ovviamente sono i sindaci che votano e voteranno. Manfredi, che sembra essere in pole position, per quanto mi riguarda, sarà un ottimo presidente dell’Anci, una figura di garanzia che consentirà all’Anci di essere anche un autorevole interlocutore con il Governo, sperando che possa difenderlo da tagli che purtroppo il governo, anche in quest’ultima legge di bilancio, ha previsto per i Comuni, le Regioni, le Provincie, le Città Metropolitane. Nei prossimi anni, fino al 2029, i tagli sono sette miliardi e otto. Quindi vuol dire tagliare servizi essenziali ai cittadini. Vorrei essere chiaro: il Governo sta tagliando fondi ai Comuni, quindi sta togliendo risorse ai cittadini italiani per i servizi, politiche sociali, verde pubblico, trasporto pubblico locale”. Così il deputato Piero De Luca (PD), a margine di una conferenza stampa questa mattina al Comune di Salerno, ha commentato l’intesa che sarebbe stata raggiunta per il nome del sindaco di Napoli come nuovo presidente dei comuni italiani.