Sabato 5 agosto, alle ore 21.15, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, nell’ambito della XXXVIII edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, la Compagnia “Il Proscenio” porta in scena il capolavoro di Eduardo De Filippo “Sabato Domenica e Lunedi”. Con la partecipazione di Anna Rita Vitolo.
In scena un cast artistico di circa 15 attori. Protagonista dello spettacolo è Anna Rita Vitolo, attrice salernitana, protagonista della fortunata fiction di RaiUno “L’Amica Geniale”, in cui interpreta Immacolata Greco. Attrice dalle innumerevoli esperienze a teatro, Anna Rita Vitolo riesce a rendere credibile qualsiasi personaggio sia a teatro che di fronte alla macchina da presa. Appare come una donna forte ed energica, dallo sguardo magnetico e intrigante, tratti marcati e mediterranei: con la sua vis artistica e la stessa potenza espressiva, all’antico Arsenale porterà in scena, il personaggio della protagonista di “Sabato Domenica e Lunedì”, Donna Rosa. Scritta nel 1959, la commedia in tre atti di Eduardo racconta le vicende di una famiglia napoletana agli albori del boom economico. Un’apparente vita tranquilla in una trama di relazioni contrassegnate dal rispetto, dalla stima e dall’affetto. L’affabilità e, allo stesso tempo, l’invadenza innocente di un vicino di casa, particolarmente cortese e gentile con la moglie del capofamiglia Peppino Priore, fa scatenare la reazione inconsulta di quest’ultimo, che esplode nel dramma della gelosia. Come accade in tutte le commedie di Eduardo, tra i massimi interpreti della drammaturgia del Novecento, il mare si agita proprio in quelli che possiamo considerare dei topos ambientali, temporali ed emozionali: il pranzo della domenica, la vigilia di Natale, il ritorno dalla guerra. Solo la parola e l’amore e non certo le convenzioni sociali possono salvarci.
Ancora una volta Eduardo racconta con maestria e così tanta forza l’intera umanità con i suoi vizi e le sue virtù, in quella che più che una commedia, è una tragicommedia, nata da un’incomprensione tra coniugi che però maschera la crisi del loro matrimonio, in cui Eduardo anticipa i tempi, rappresentando i primi sintomi della disgregazione della famiglia patriarcale, di lì a poco al culmine con la rivoluzione culturale del 1968. La regia, firmata da Lucia Amato, pone al centro l’equilibrio instabile tra l’uomo e la donna, sottolineato da un originale accostamento della regista tra il testo eduardiano e la musica di Fabrizio De Andrè, e l’ambiguo e sorprendente vivere quotidiano. “Intrappolati in una danza sempre uguale, costretti a portarsi appresso il peso dell’abitudine, concepiscono come abitudine l’amore stesso. Quando per sopraggiunti cambiamenti si rompono gli schemi prefissati, l’amore idealizzato s’infrange. E solo se ci si mette in ascolto delle proprie ferite – si legge nelle note di regia – e qui le donne stupiscono con l’accoglienza materna, si ritorna alla memoria dell’amore”.