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Resterà esposto nella casa circondariale di Salerno fino al primo ottobre l’arazzo risalente alla prima metà del XVII secolo, di proprietà del mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, raffigurante Anania e Saffira e prima in mostra al Museo Diocesano di Gerace. Sotto la spinta della direzione delle carceri, rappresentata da Rita Romano, con il curatore Michele Citro e la Fondazione Comunità Salernitana, è stato avviato un progetto di arte sociale. Sette detenute e sette detenuti hanno seguito un corso per studiare i dettagli dell’opera eccezionalmente esposta nella casa circondariale. L’obiettivo è stato dimostrare che il carcere può e deve essere un luogo di grandissima apertura mentale. “La bellezza trionfa sulle barriere” ha detto in un discorso molto emozionante la direttrice Romano. 

L’iniziativa arriva in un momento delicato per la struttura dove due giorni fa un’inchiesta della Procura ha fermato un sistema interno per l’ingresso e la vendita di droga e telefonini. Alla cerimonia di presentazione hanno partecipato il prefetto Russo, il comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno Melchiorre, della Gdf Simoncini, il consigliere regionale Franco Picarone, presidente commissione Bilancio, il delegato alla Cultura della Provincia di Salerno, Francesco Morra, in rappresentanza della Procura, il pubblico ministero Rocco Alfano, l’assessore comunale alle politiche Sociali, Paola De Roberto, il presidente di Cna Salerno, Lucio Ronca e per Confindustria Lina Piccolo