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Mario Santocchio, coordinatore di Fratelli d’Italia di Scafati, interviene sul tema degli affidamenti diretti e delle politiche di gestione del verde pubblico, sollevando critiche e proponendo soluzioni concrete per evitare sprechi e migliorare i servizi cittadini.
Santocchio denuncia un recente affidamento diretto di 50mila euro a una ditta del napoletano per il semplice taglio dell’erba delle aiuole cittadine. “Attenzione, non parliamo di verde pubblico, ma di taglio dell’erba. Sembrerà la stessa cosa, ma non lo è”, precisa Santocchio. “Il vero problema risiede nel frazionamento degli affidamenti, un vecchio “vizietto” che genera solo debiti, quando esistono soluzioni più economiche e efficienti”.
 
Perché non affidare alla nostra società Acse la gestione del verde pubblico, così come già avviene per la cura e manutenzione del cimitero? Questa è la domanda che si pone Santocchio. “Dare centinaia di migliaia di euro a ditte esterne è un controsenso quando potremmo gestire il servizio in house con l’Acse, controllando direttamente l’esecuzione e il rispetto dei lavori”, sottolinea il coordinatore. Questa soluzione, a suo dire, non solo garantirebbe una migliore qualità del servizio, ma creerebbe anche nuovi posti di lavoro stabili, tramite concorsi pubblici e assunzioni a tempo indeterminato. In questo modo si porrebbe fine allo sfruttamento dei contratti di somministrazione lavoro, spesso utilizzati per favorire amici e conoscenti a scapito dell’occupazione e della qualità del servizio.

Santocchio evidenzia inoltre che l’Acse ha un bisogno urgente di personale dedicato ai servizi, mentre l’attuale amministrazione ha preferito creare un inutile Consiglio di Amministrazione, caratterizzato da nepotismo e conflitti di interesse, aumentando i costi con consulenze e affidamenti esterni. Costi che ricadono interamente sui cittadini, già gravati dall’altissima Tari.

Diciamo no alla politica familistica e dello spreco, che nel 2017 ci ha già portati sull’orlo del fallimento. Non possiamo ridurci a fare ‘selfie sulla monnezza’. È necessario un cambiamento urgente per evitare il dissesto”, conclude Santocchio.