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Salerno – Il prossimo 30 maggio si apre il quinto bando nazionale del Ministero per le politiche agricole destinato ai contratti di filiera. Si tratta dei principali strumenti di sostegno alle politiche agroindustriali per rilanciare gli investimenti nel settore mediante programmi di valenza nazionale che, partendo dalla produzione agricola, coinvolgano i vari segmenti della filiera: dalla produzione alla trasformazione, dalla commercializzazione alla distribuzione. Contratti, su base interregionale, per i quali sono previsti finanziamenti a fondo perduto pari al 60 % degli investimenti (50 a carico dello Stato e 10 della Regione) e che per la ricerca e l’innovazione possono arrivare addirittura al 100%.

 
Per iniziativa di Confagricoltura Salerno ne verranno presentati due: uno riguarderà la filiera bufalina e il secondo quella agro energetica. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina, presso la sede della Camera di Commercio in via Allende, da Antonio Costantino (presidente provinciale Confagricoltura Salerno) e dal dott. Renato De Santis e dall’ing, Francesco Cicalese, rispettivamente rappresentanti di Rienergy Esco e General Contract srl, le due società partner di Confagricoltura cui spetterà il compito di progettare e realizzare gli interventi che verranno presentati al Ministero.
 
Puntiamo a trasformare – ha spiegato Antonio Costantino – un grosso handicap per gli allevatori e il territorio, qual è lo smaltimento dei liquami bufalini, in una grande opportunità di crescita, trasformando i liquami – che tanti problemi arrecano all’ambiente e per i quali si incorre in sanzioni dell’Unione Europea – in biometano e concime. Anche dagli scarti delle produzioni ortofrutticole produrremo energia e, grazie alla ricerca, pure bioplastiche compostabili per realizzare involucri e contenitori per il confezionamento dei prodotti. Con questi due contratti di puntiamo a risolvere problemi in maniera green, con esempi concreti di economia circolare”.
 
Si calcola che una bufala produca ogni anno 20 tonnellate di liquami e che serva un ettaro di terreno per smaltire correttamente i liquami di 3 bufale in zona vulnerabile ai nitrati. Solo nei 6 comuni della Piana del Sele, dove sono presenti allevamenti, ne sono state censite circa 60mila. Per spandere questi liquami servirebbero, dunque, 20mila ettari. Una enormità, per cui la soluzione va cercata nell’uso delle tecnologie.
 
Rienergy sta già realizzando due impianti, uno a Serre e l’altro ad Albanella, per la produzione di biometano e concime, per un importo di 55 milioni, partendo da scarti bufalini (90%) e alimentari (10%). Ciascuno di questi impianti produrrà 500 metri cubi l’ora di biometano liquido e 50mila tonnellate di concime, lavorando 200mila tonnellate di sottoprodotto in entrata e con una produzione di rifiuti pari a zero.