“L’ostilità verso la possibilità di svolgere un terzo mandato del presidente Vincenzo De Luca è francamente bizzarra, se non grottesca. Tanto più se proviene da una parte più o meno rappresentativa del partito democratico, quella dei novelli rottamatori che credono di aver inventato formule vincenti facendo una semplice operazione matematica di addizione delle presunte percentuali di ogni singola lista della coalizione dimenticando che in politica uno più uno non fa mai due. La leggi elettorali per le regioni e per i comuni, hanno un filo conduttore comune, nonostante il singolo e il doppio turno che le distinguono; si tratta di leggi elettorali ad elezione diretta del presidente della regione o del sindaco per i comuni. Gli elettori scelgono direttamente, senza intermediazione dei partiti chi sarà a capo di quella determinata amministrazione. E chi meglio del governatore uscente? Avessero un nome i suoi detrattori interni potremmo anche aprire un dibattito, un confronto tra aspiranti, ma il silenzio resta sovrano su questo punto mentre si continua a dire dei “no” a prescindere. Questa guerra alla persona, in un partito dalle importanti tradizioni democratiche, è diventata inaccettabile sotto tutti gli aspetti. Ostacolare l’indubbia forza trainante, prima ancora che amministrativa e politica del presidente De Luca, è come tenere in panchina Victor Osimhen durante una finale o una partita determinante per lo scudetto, a meno che la dirigenza non abbia un campione da presentare all’elettorato campano tale da immaginare di conseguire il 70% delle preferenze nel singolo turno elettivo per la regione”. Lo afferma Diego Venanzoni, consigliere regionale della Campania.
Venanzoni: “De Luca è come Osimhen, non si può tenere in panchina”
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