Venti sigle ambientaliste per dire no alla prossima legge urbanistica della giunta De Luca. “Assolutamente retrograda” insorge l’urbanista Alessandro Dal Piaz. E, al contempo, gridare sì ad una legge di iniziativa popolare. “Per cambiare davvero – dicono gli organizzatori – in campo ambientale in Campania”. Si sono ritrovate al Dipartimento di Architettura Federico II, al convegno “Per una nuova legge di governo del territorio”. In campo, in una giornata di mobilitazione, esperti e attivisti di ADA, A.N.T.A.R.E.S., AIR, Ass. Marco Mascagna, CGIL, CNA Costruzioni Campania, Casartigiani Campania, FIAB, Fillea CGIL Campania, FLAI – CGIL Campania, Gente GREEN, Gentle Green Events, Italia Nostra, Legambiente, NuRige, Rete Sociale No Box, Rigenera Campania, UDU, VAS, WWF Italia.
“Di fronte alle criticità attuali legate al cambiamento climatico, alle disuguaglianze sociali, all’estensione del cemento sul territorio – spiega Dal Piaz – il disegno di legge della giunta regionale propone in sostanza soltanto una moltiplicazione delle attività edificatorie, consentendo aumenti delle cubature edilizie dappertutto, nelle zone agricole come nei centri storici fino al 30 o al 50% delle cubature esistenti”. Per l’urbanista, viceversa, il testo delle associazioni “tende a stabilire principi di una efficace politica di riqualificazione, tutela e riorganizzazione del territori, degli insediamenti e dell’approvvigionamento energetico”. E inoltre bada “anche alle necessità sociali delle aree da cui si ricavano queste fonti”. L’obiettivo è trovare 10.000 firme. Tra i contenuti della campagna “Rigenera”, stop al consumo di suolo e promuovere il riuso e l’edilizia pubblica e sociale. Fermare il dissesto idrogeologico con la cura del territorio. E poi Piani urbanistici “di rigenerazione anche sociale di città e paesi, per i settori più esposti, per gli anziani, per i bambini”. Promuovere la diffusione del verde. E sulla costa, riservare almeno il 50% di spiaggia libera. Ed un’acqua “per davvero pubblica e bene comune”.
Sull’altro fronte, resta la battaglia contro il ddl di Palazzo Santa Lucia. Una valanga le osservazioni critiche, inviate alla Regione. Così come, del resto, prevede la legge sul processo partecipativo. “Un solo obiettivo è adeguatamente e vigorosamente perseguito – accusa Francesco Escalona, presidente di Nuove Ri-Generazioni Campania -: quello di incentivare la rigenerazione urbana di iniziativa privata mediante cospicui incrementi volumetrici, quantificati fino al 20% nei casi di ristrutturazione senza demolizione e ricostruzione e fino al 35% nei casi di sostituzione“. Peraltro “ove necessario, specie se si debbano costruire alloggi parcheggio, il ddL prevede inoltre di aggiungere un ulteriore 15 %”. L’architetto Antimo Di Martino della rete sociale No Box, invece, chiede di cancellare la previsione dell’articolo 45 bis. “Si vorrebbe ipotizzare che – afferma il tecnico – il proponente equipari la realizzazione dei parcheggi pertinenziali a ‘strumenti urbanistici'”. Nei fatti, sostiene Di Martino, “attraverso queste strutture edilizie da realizzare fuori terra o sotto terra all’interno del tessuto urbano già esistente, si tende fondamentalmente a confermare una visione auto-centrica della città, già peraltro pervicacemente in atto”. In pratica, la disposizione interverrebbe “sul vincolo di pertinenzialità, rendendolo “indefinito” in relazione al limite massimo della distanza ammissibile fra bene primario (l’abitazione) ed il bene secondario (box/posto auto pertinenziale)”. Tante critiche formulate: da vedere quanto la Regione ne farà tesoro.