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No al taglio della rivalutazione delle pensioni superiori a 2.101,52 euro lordi mensili, come disposto dalla legge di Bilancio del dicembre scorso. La Uil Pensionati Campania guidata da Biagio Ciccone, in linea con la Uil Pensionati Nazionale, è pronta a portare davanti alla Corte Costituzionale la battaglia contro una norma ingiusta che va a colpire 3,5 milioni di pensionati in tutta Italia.

Il primo atto della mobilitazione è stato intrapreso lo scorso luglio, quando il segretario generale Uilp Carmelo Barbagallo ha avviato un ricorso con cinque cause pilota, per conto dei pensionati Uilp, contro il taglio. A settembre, poi, saranno avviate le cause presso il Tribunale Civile Sezione Lavoro per i pensionati del settore privato e presso la Corte dei Conti per i pensionati del settore pubblico.

“Il Governo ha compiuto un colpo di mano contro il quale ci batteremo con tutte le nostre forze – annuncia il segretario generale Uil Pensionati Campania Biagio Ciccone – Con questo atto si danneggiano pensionate e pensionati che, durante l’intera vita lavorativa, hanno versato regolarmente i contributi e pagato le tasse, contribuendo fattivamente al benessere e alla crescita del Paese e che adesso vedono ledere i loro diritti fondamentali”. Ciccone, poi, aggiunge: “La pensione non è un privilegio, ma un salario differito e la nostra lotta ha lo scopo di tutelare anche i futuri pensionati”.

La battaglia contro i tagli è in linea con altre iniziative della Uilp a sostegno dei pensionati, tra cui la richiesta dell’ampliamento della platea dei percettori della quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve, la separazione tra la spesa assistenziale e quella pensionistica, il riconoscimento del lavoro di cura di cui si fanno carico prevalentemente le donne, il ripristino di opzione donna senza i vincoli introdotti dall’attuale Governo. È sempre viva, inoltre, la battaglia di civiltà intrapresa per la legge sulla non autosufficienza.

“Teniamo la guardia alta – assicura il segretario Uilp Campania – tanto più che lo scorso 2 agosto l’Istat ha reso noto i dati secondo i quali vi saranno sempre più anziani nel 2031 con una crescita maggiore nelle prime due cinture urbane delle città. Gli anziani di 65 anni e oltre saranno nelle città metropolitane poco più di 1 cittadino su 4, con un incremento di 1,9 milioni di unità a livello nazionale. A Napoli si stima un aumento del 19,5% di anziani, che arriverà fino al +26% nella seconda cintura urbana del territorio.

E se l’Istat segnala che “si configura uno scenario critico per le ripercussioni sul sistema sanitario, previdenziale, assistenziale e sul mercato del lavoro che rischia di appesantire l’intero sistema Paese”, allora non è più procrastinabile l’adozione di interventi immediati e significativi.

“Occorre – incalza Ciccone – un impegno serio e costruttivo per il conseguimento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni. È necessario che a tutti e a ciascun cittadino siano garantiti uguali livelli di prestazioni, pena il tradimento di quanto sancito dall’articolo 117 della Costituzione. Non è accettabile che al Sud la spesa pro-capite per il welfare territoriale (66 euro) sia la metà della media nazionale (132 euro) e poco più di un terzo di quella del Nord-Est (184 euro) (fonte: ISTAT spesa dei Comuni per i servizi sociali Anno 2020 pubblicata il 6 aprile 2023, ndr)”. E sottolinea: “La Campania spende una quota bassa a fronte di un’addizionale Irpef tra le più alte di tutta Italia. Attualmente adotta un’aliquota differenziata pari a 1,73% per redditi fino a 15mila euro, fino ad arrivare al 3,33% per redditi oltre i 50mila euro. In Lombardia per gli stessi scaglioni di reddito si va da 1,23% fino ad un massimo di 1,73%. A Napoli e in Campania più tasse per tutti e meno servizi, invero, oltre alla spesa sociale, pari alla metà di quella media nazionale, si continuano a registrare pesanti disservizi nei trasporti, creando un grave disagio, in particolare agli anziani, nonché un danno economico e d’immagine, considerata la significativa affluenza di turisti”. La spesa sanitaria, poi, è tenuta sotto controllo con il sistema dei budget assegnati per le varie prestazioni, raggiunti i quali i costi diventano a totale carico del paziente.

“Con questa situazione di partenza – spiega il responsabile della Uilp Campania – per garantire i livelli essenziali delle prestazioni è necessario operare innanzitutto sulla strutturazione della spesa ed occorre finanziare i Lep in coerenza con le condizioni di vita dei cittadini che a Napoli e nel Mezzogiorno non sono le stesse di altre città italiane”. Ha, poi, concluso: “La Uilp, con le sue idee e le sue proposte, vuole dare voce a quella moltitudine sconosciuta di giovani, donne, pensionati, persone che soffrono per l’incapacità e per i danni che produce la politica del non fare. Solo con una nuova stagione di riforme si potrà ricucire il filo spezzato della storia del nostro Paese. Noi ci fermiamo per una pausa di riflessione: un otium nel senso classico del termine, inteso come momento produttivo per fare ogni giorno meglio del giorno prima, per fare proposte al passo con i tempi e offrire soluzioni ai problemi. Non siamo contro a prescindere, ma nemmeno d’accordo senza sapere perché”.