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Salerno- Un intervento robotico all’avanguardia, tra i pochi al mondo, finalizzato alla rimozione di un tumore al polmone. È quanto messo a segno dai medici e dai ricercatori dell’Istituto di ricerca scientifica e medica sui tumori dell’ospedale IRCCS CROB di Rionero in Vulture diretto dal medico salernitano, Luigi Mandia, su un paziente della provincia di Salerno.

L’uomo, 55 anni, era affetto da un tumore al polmone. Sottoposto a tutti gli esami del caso e ricoverato nella struttura lucana, il paziente è stato sottoposto ad un intervento robotico con attrezzature e macchinari di ultima generazione.
Ad effettuare l’intervento l’equipe del medico Direttore della Chirurgia Toracica, Cosimo Lequaglie, che per la prima volta in Italia ha utilizzato la tecnologia FreeHand V3.
Tecnologia che consiste in un braccio robotizzato per la video chirurgia toraco-laparoscopica. Un sistema mininvasivo con un controllo wireless che guida il braccio robotico con i comandi provenienti dal capo del chirurgo tanto da intervenire con successo su entrambi i polmoni in un’unica seduta operatoria.

Il paziente ha avuto un decorso di guarigione regolare ed è stato dimesso dopo tre giorni di ricovero pur essendo stato sottoposto a due interventi distinti pressoché contemporaneamente.
La possibilità di avere le mani libere dall’ottica con una immagine ovviamente stabile e senza il tremore umano dell’aiuto chirurgo, oltre alla leggerezza del braccio robotizzato, determina la riduzione del dolore e il tempo di recupero post-operatorio con l’ottimizzazione del personale della sala operatoria.

“Durante questo intervento -spiega Lequaglieabbiamo valutato positivamente la nuova tecnologia primi in Italia e già presente in 20 ospedali inglesi e nei più grossi centri tedeschi, quali Berlino, Amburgo, Düsseldorf e Monaco di Baviera. Oltre che in campo oncologico -aggiunge lo specialista- questa tecnologia può certamente essere utilizzata in situazioni sanitarie estreme e con poche risorse come in località difficilmente raggiungibili, in ospedali di guerra e sulle navi o in offshore dove si è in pochi e bisogna adattarsi. Inoltre, questa tecnologia rientra nelle linee anti-COVID-19 per le sale operatorie in quanto si riducono le infezioni e si aumentano le distanze tra gli operatori per il ridotto numero di staff a rischio, eliminando -conclude- la vicinanza del chirurgo alla telecamera, riducendo il tempo chirurgico di oltre il 20% e riducendo la diffusione del virus con il respiro”.