I carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli stanno eseguendo ordinanze cautelari a carico di un gruppo di imprenditori accusati di traffico illecito di rifiuti dalla Campania alla Puglia, dove i rifiuti sarebbe stati interrati nelle campagne.
Circa 6000 le tonnellate di rifiuti anche pericolosi abbandonati nelle campagne del foggiano e della Bat dall’organizzazione criminale.
Nell’attività del traffico e dello smaltimento dei rifiuti “la Puglia ha assunto il ruolo che in passato aveva la Campania, quando si parlava della terra dei fuochi. La Campania non ha perso il suo ruolo, ma ha cambiato strategia, spingendo le organizzazioni criminali campane, che hanno il know how dei traffici illeciti, a cambiare la gestione delle attività”. A dirlo, nel corso della conferenza svoltasi a Bari in seguito agli otto arresti per traffico illecito di rifiuti e gestione illecita di rifiuti, è stato Pasquale Starace, comandante del gruppo carabinieri Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli. Dalla Campania, ha aggiunto Starace, i rifiuti “vengono smistati sulla gran parte del territorio nazionale” e “anche all’estero”. “Non c’è una Regione italiana che, da questo punto di vista, ha la maglia bianca”, ha concluso.
Avrebbero trasportato tonnellate di rifiuti, circa 6000, tra la Campania e la Puglia, sversandoli illegalmente e poi bruciandoli tra le province di Foggia, Campobasso e Barletta-Andria-Trani. E per questo, con le accuse a vario titolo di traffico illecito di rifiuti e gestione illecita di rifiuti, in otto tra imprenditori e broker pugliesi e campani sono finiti oggi ai domiciliari. Gli indagati sono in totale 17. Le indagini, che sono ancora in corso condotte dal Noe di Bari e dai carabinieri del gruppo tutela dell’ambiente e della sicurezza energetica di Napoli, hanno permesso di “disarticolare un pericoloso sodalizio criminale” resosi protagonista di diversi episodi di sversamento di rifiuti tra il 2020 e il 2021. Gli episodi hanno riguardato soprattutto le campagne dei comuni foggiani di Stornara e Stornarella, ma anche una cava in disuso a Minervino Murge (nella Bat) e un campo a San Martino in Pensilis, nel Molise.
I rifiuti provenivano dalla Campania, la raccolta e lo smaltimento avveniva sulla base di un accordo tra imprenditori, broker intermediari e autotrasportatori. Le balle di rifiuti speciali smaltite illegalmente sarebbero state composte soprattutto da rifiuti speciali e industriali, indifferenziati, rifiuti solidi urbani e scarti tessili. Gli impianti di produzione, secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbero redatto “falsa documentazione indicante siti di destino inesistenti” in modo da giustificare “il trasporto dei rifiuti” poi smaltiti illegalmente. Lo sversamento avveniva nelle ore notturne. Agli indagati sono stati sequestrati beni per 1,2 milioni di euro, sotto sequestro anche una società di trasporti di Cerignola (Foggia) che aveva a disposizione 35 mezzi di trasporti e una cava in disuso a Minervino Murge.
“Questi sono reati molto pericolosi – ha detto in conferenza stampa il procuratore di Bari, Roberto Rossi – perché la loro pericolosità non è visibile immediatamente. I loro effetti si vedono a lungo termine, anche dopo decenni”. Per Rossi “spetta anche alle amministrazioni locali una risposta più incisiva. Questo fenomeno noi non riusciremo a fermarlo, continueremo ad attivarci per le misure cautelari ma non possono mancare misure preventive”.