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Stiamo portando avanti da circa 8 anni un monitoraggio puntuale nel nostro Paese. Se ne occupa Ispra e tutte le Arpa regionali insieme. Si tratta di circa 35 mila siti di interesse regionale, i cosiddetti Sir e poi ce ne sono 42 di interesse nazionale, i cosiddetti Sin, aree anch’esse contaminate e industrializzate. C’è tanto lavoro da fare. Servono fondi perché più si interviene velocemente, meglio è”, ma anche “la proattività delle imprese che devono collaborare con fondi privati mettendosi al fianco delle istituzioni”. Così il generale Giuseppe Vadalà, commissario unico per la Terra dei Fuochi ai microfoni di GreenPop, il programma condotto dalla presidente di Arpa Lombardia ogni sabato su Giornale Radio.
Questo sarebbe un vantaggio per tutti e potremmo arrivare a rigenerare territori contaminati in meno tempo, trasformando quello che è rifiuto in valore per la collettività” ha aggiunto.
La Terra dei Fuochi non è solo in Campania e non solo in Italia. – ha proseguito l’avvocato Leonardo Salvemini, consigliere giuridico del Mase, ospite anch’egli alla seconda puntata di GreenPop -.
È anche in Puglia, in Lombardia, in Piemonte; è dove c’è il problema emergente dei Pfas, dove c’è l’inquinamento delle falde, parliamo sempre di Terra dei Fuochi. La gestione sciagurata e irresponsabile dell’ambiente e delle sue risorse è un po’ ovunque: in Africa, in Cina. La sentenza pilota della Cedu sul caso Cannavacciuolo è una sentenza emblematica: per la prima volta il diritto alla vita è legato alla qualità dell’ambiente. Deve essere un monito per tutti”.