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Stadio Collana, mai dire mai. Con un ennesimo colpo di scena, la concessionaria Giano è ancora nell’impianto. A far slittare lo “sfratto”, un’altra mossa giudiziaria della società. La verità è emersa al question time del consiglio regionale. Rispondendo a un’interrogazione della consigliera Muscarà (gruppo misto), l’assessore Marchiello ha ripercorso le ultime tappe. Un ricorso per revocazione della Giano aveva stoppato il rilascio dell’impianto napoletano del Vomero. A seguito dell’atto, un decreto della quinta sezione del Consiglio di Stato, lo scorso 27 aprile, aveva sospeso l’esecuzione della sentenza n.3653/2023. Quella pronuncia, pubblicata il 7 aprile, respingeva il ricorso di Giano. E di fatto, restituiva lo stadio alla proprietaria Regione.

“Al fine di ottenere una celere fissazione della udienza pubblica di discussione del ricorso, nella camera di consiglio del 18 maggio – ha detto Marchiello – l’amministrazione regionale si è impegnata a non eseguire il provvedimento impugnato, limitatamente alle attività sportive in corso, e la società si è impegnata a consentire all’amministrazione regionale ogni attività propedeutica alla riconsegna dei cantieri e delle altre aree impegnate dall’attività sportiva nelle more della definizione della causa nel merito, la cui udienza pubblica si è tenuta il 18 luglio scorso”. Inoltre “con ulteriore ricorso notificato il 6 giugno 2023 la Giano srl ha adito nuovamente la Suprema Corte – ha spiegato l’assessore – per chiedere la cassazione della sentenza 3653 del 2023 del Consiglio di Stato, riproponendo il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo e, inammissibilmente, ai fini della rivalutazione del merito, i motivi del ricorso proposti al Tar, e da quest’ultimo respinti, i motivi di appello proposti al Consiglio di Stato, e da quest’ultimo respinti e quelli di revocazione proposti al Consiglio di Stato, ed attualmente in attesa di decisione”. Secondo l’esponente della giunta “le azioni esercitate dalla Giano si inseriscono in una generale condotta complessivamente e palesemente volta a differire la definizione della vicenda processuale nonché la consegna dell’impianto sportivo”. E c’è un’accusa: “Difformemente da quanto concordato nella camera di consiglio del 18 maggio la Giano, come risulta dal verbale del 5 giugno scorso e dalla corrispondenza con gli uffici, non ha consentito per lungo tempo ai tecnici regionali e a quelli dell’Arus di fare il sopralluogo, negando l’accesso all’impianto sportivo ed impedendo perciò la redazione del verbale di consistenza dei cantieri da ripiegare”. Quanto al canone da versare, la convenzione del 2018 lo fissava in 121.000 euro per i primi 8 anni. Con un incremento di 50.000 euro per quelli successivi. Tuttavia con un atto aggiuntivo del 2019 l’impegno della Giano “veniva completamente annullato”. Motivo? “I mancati ricavi derivanti dalla impossibilità di realizzare alcuni interventi previsti nell’offerta di gara per un importo complessivo di € 4.154.040,00 oltre iva”. Nell’ultimo anno comunque “la Regione Campania – ha rivelato Marchiello – ha trovato una forte opposizione da parte del concessionario che, a più riprese, ha dichiarato di ritenersi esonerato dagli obblighi relativi al pagamento delle utenze di energia elettrica ed idrica nonché di un canone in virtù degli accordi stabiliti nell’Atto aggiuntivo”. Dura replica di Muscarà: “La Regione si ‘inchina’ alla Giano lasciando la gestione ancora in mano a chi era stato dichiarato ‘abusivo’ dalla Regione prima, dal Tar e dal Consiglio di Stato poi. La Giano avrebbe dovuto essere cacciata già con la forza pubblica la settimana scorsa; invece, nessuno ha fatto nulla pur avendo tutte le sentenze a favore della Regione, già dal 17 maggio 2021”.