Sette giorni fa, dopo il blitz dell’Olimpico, Luciano Spalletti guardando fisso nella telecamera come solo lui sa fare aveva lanciato un messaggio senza tanti giri di parole: “Ci rompono i coglioni dicendo che questa squadra non ha carattere, eccoli serviti”.
Una settimana dopo, la prova del nove contro il Milan ed ecco il ko interno che riapre il dibattito, con una dichiarazione diametralmente opposta da parte del tecnico toscano: “Se non sai reggere la pressione, è impossibile vincere e devi spostarti”.
Diciamocelo chiaramente, questa squadra ha o non ha gli attributi? E’ evidente che in una settimana, l’asticella è stata nuovamente alzata. Senza troppi parallelismi con il salto in alto, c’è una misura che il Napoli non riesce a saltare. Quando si trova a superare i propri limiti, gli azzurri steccano. Lo hanno fatto con Sarri ed ora con Spalletti. Nel mezzo, sia con Ancelotti che con Gattuso, si è steccato ben prima dell’odore della gloria.
Questione di mentalità, di responsabilità. Esempio lampante la solita, anonima partita del capitano Insigne. Con la valigia già pronta, ha provato a regalarsi uno scampolo di gloria, ma i suoi sessantotto minuti di ieri sono la fotografia di un percorso calcistico, fatto di crescita, gol, ‘tiriaggiro’ ma anche tanti ‘non pervenuto’ nella dozzina di match con la maglia azzurra che valevano quella famosa misura da record del mondo.