L’imprenditore risponde di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. E’ un quadro molto grave quello accertato dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta con il coordinamento della procura di Napoli Nord. Sono quattro gli immigrati per i quali sono state trovate le prove dello sfruttamento, ma si ipotizza che il numero di braccianti sfruttati sia di gran lunga superiore.
Dalle indagini è emerso anche che i quattro sono entrati in Italia pagando somme consistenti ai trafficanti stranieri di esseri umani, che avevano loro promesso un lavoro sicuro e un permesso di soggiorno, una volta entrati in territorio nazionale; ma così non è stato, e una volta portati dall’imprenditore agricolo, per loro è iniziato un incubo, che peraltro hanno dovuto accettare pur di guadagnare soldi e inviarli ai familiari indigenti rimasti nei paesi di origine.
I braccianti, è emerso, alloggiavano in dimore fatiscenti, addirittura in container situati nei pressi dei terreni agricoli, sprovvisti di corrente e acqua; se erano stanchi venivano maltrattati e minacciati e dovevano riprendere immediatamente a lavorare; dovevano inoltre rendere conto di qualsiasi allontanamento dall’azienda e vivevano in uno stato di continuo assoggettamento verso l’imprenditore e l’intermediario, il cosiddetto caporale, che li aveva reclutati. Dopo la notifica della misura all’imprenditore, i quattro braccianti sono stati portati in una località protetta.