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Soddisfatti a metà, ora il rischio è che arrivi la prescrizione per alcuni degli imputati”. Commenta così la sentenza della Corte di Cassazione sulla tragedia dell’hotel Rigopiano, al microfono di Anteprima 24, Camillo Graziano, il legale della famiglia di una delle vittime 29 vittime del resort, il 28enne originario di Valva, Stefano Feniello. Era il 18 gennaio del 2017 quando una valanga si staccò dal Gran Sasso e travolse l’Hotel Rigopiano a Farindola, in provincia di Pescara. In quella tragedia morirono 29 morti e solo 11 furono i sopravvissuti.

Tragedia il cui processo giudiziario è giunto in Cassazione a Roma e nelle scorse ore ha visto i giudici confermare la condanna ad 1 anni e 8 mesi di carcere con l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio e falso l’ex Prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e rinviare gli atti processuali in Corte d’Appello per rivedere la posizione di dirigenti e funzionari pubblici assolti in primo e secondo grado. Processo di appello bis quindi, per sei persone, tutti dirigenti della Regione Abruzzo che erano stati assolti in primo grado ma anche per l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che ritornerà in tribunale a Perugia. Nuovo processo di secondo grado anche per cinque dirigenti della Provincia e per un tecnico del comune. Per loro però, così come per il sindaco, potrebbe arrivare la prescrizione. Confermata dagli Ermellini invece, la condanna all’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso.

Una decisione quella della Cassazione che, per il legale della famiglia di Stefano Feniello, l’avvocato Camillo Graziano – “Soddisfa a metà. È certamente positivo aver disposto un nuovo processo per valutare le responsabilità degli imputati riconducibili alla Regione Abruzzo -spiega il legale dei Feniello. – Questa decisione -aggiunge- non può di certo soddisfare l’uscita di scena del Prefetto Provolo che, con la conferma della condanna per falso, la Cassazione ha sancito essere privo di responsabilità circa la tragedia”.
Poi, il monito del legale – “Il rischio – dice – è che nel nuovo processo disposto per il sindaco e i funzionari della Provincia potrebbe giungere la prescrizione e che di tutta la tragedia di Rigopiano, gli unici responsabili rimangano due o tre soggetti con un ruolo piuttosto marginale”.
E sullo scenario difensivo, l’avvocato aggiunge – “attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione ma siamo pronti ad affrontare il nuovo processo di Appello a Perugia con maggiore determinazione”.