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Napoli – Siamo accanto al presidente De Luca e ai governatori di centrosinistra che hanno annunciato di presentare ricorso contro i tagli alla scuola, perché nell’ottica del governo Meloni dietro termini come dimensionamento e riorganizzazione in realtà non si cela altro che lo smantellamento della scuola pubblica”. Così il consigliere regionale di + Europa Luigi Cirillo.
“Per quanto Fdi, Lega e Fi – spiega – vogliano far credere ad un cambio di rotta rispetto al passato e mascherarsi, in onore al carnevale, da salvatori della Patria, il loro piano è chiaro: ripercorrere le orme dei peggiori governi della storia per dare il colpo definitivo al sistema scolastico. Per chi ha la memoria corta, ricordo che ad avviare la stagione dei tagli alla scuola sono stati i berlusconiani che nel triennio 2008-2011 hanno consentito con la ministra Gelmini, su sollecitazione dell’allora ministro dell”Economia Tremonti, nei suoi tre anni di mandato, tagli per quasi 10 miliardi all’Istruzione: ben 8,5 miliardi alla scuola (il 10,4% del budget totale) e 1,3 miliardi (il 9,2%) all’Università”.
Un salasso – sottolinea Cirillo – da cui la scuola non si è più ripresa, che ha creato una nuova generazione di docenti precari, che ha aumentato a dismisura le classi pollaio e che ci ha fatto crollare agli ultimi posti nelle graduatorie dell’Unione Europea dove, ancora nel 2017, eravamo al quartultimo posto per spesa in percentuale al Pil. Negli anni successivi, col governo Monti ci sono stati ulteriori tagli. Poi si è cercato di rimediare. Solo con i governi Conte abbiamo assistito alla prima seria, ma insufficiente inversione di tendenza che ci ha consentito di recuperare solo in parte i tagli compiuti dalla coppia Gelmini- Tremonti con l’avallo dell’allora presidente Berlusconi. Insomma, abbiamo perso più di 10 anni in cui l’istruzione pubblica è stata devastata subendo un rapido declino e in cui è passata da eccellenza europea a settore in grave crisi, sia sotto il profilo delle infrastrutture che della formazione. Un disastro a cui questo governo non vuole rimediare, anzi. E’ chiaro a noi, così come al governatore De Luca, che bisogna correre ai ripari e per farlo servono investimenti decisivi. Il Pnrr prevede investimenti straordinari in edilizia scolastica, ma restano da affrontare il problema dell’assunzione dei docenti e quello degli organici.
Pensare che la priorità, per arrivare alla soluzione delle problematiche della scuola, possa essere l’accorpamento dei plessi più piccoli è un errore che rischia di costarci caro e di lasciare scoperte aree importanti della nostra Regione e della nostra città. Il primo presidio di legalità, ovunque, è la scuola. Chiuderne anche solo una – conclude Cirillo – per lo Stato è un fallimento”.