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La Campania, la provincia e Napoli ancora una volta si confermano core business del ciclo illegale dei rifiuti”. Lo sottolinea, in una nota, Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania che così commenta l’inchiesta sversamento illegale di rifiuti ex Cava Suarez, nell’area dei Camaldoli di Napoli. La presidente di Legambiente rivolge “un plauso al lavoro delle forze dell’ordine e alla Procura di Napoli – Sezione V – ‘Ambiente Edilizia Urbanistica’ che continuano a svelare la fitta rete d’ interessi illeciti che alimenta la criminalità ambientale in Campania”.Dallo sversamento criminale di veleni alla mancata bonifica, – prosegue Imparato – dietro l’inchiesta di oggi si nascondono tutte le fasi dell’ecomafia dei rifiuti che per decenni hanno avvelenato la nostra terra e arricchito il portafoglio criminale. Come Legambiente siamo pronti a costituirci parte civile nell’eventuale processo. Ancora una volta registriamo che la bonifica nella nostra regione è una lontana chimera dove corruttela, sprechi e inquinamento la fanno da padrone con ancora tante ferite in attesa di essere rimarginate. Ci chiediamo come si può immaginare di curare e guarire il malato se non si sanano, definitivamente, queste ferite? C’è bisogno di una presa di coscienza e di responsabilità diffusa, a partire dalle associazioni di categoria imprenditoriali per mettere al bando ecocriminali e camorristi che mettono non solo a rischio la salute dei cittadini ma ‘inquinano’ anche gli sforzi delle imprese sane“, conclude la presidente di Legambiente.