Napoli – “Il personale sanitario tecnico, in ambito assistenziale e riabilitativo, in Campania sconta organici insufficienti, servono circa mille unità in più sui territori delle Asl che salgono a 2 mila se si considerano tutti i 19 profili confluiti nell’Ordine mentre nelle Università ci sono ancora difficoltà per assicurare la formazione”. Così Franco Ascolese, presidente dell’Ordine delle professioni sanitarie di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta intervenuto stamani al Congresso sul trattamento riabilitativo della Sclerosi multipla promosso a Villa Domi dall’Albo dei Terapisti occupazionali. “Chiediamo che Asl e ospedali bandiscano i concorsi. In campo riabilitativo oltre a medici e infermieri servono anche terapisti occupazionali, tecnici ortopedici, educatori, fisioterapisti, logopedisti, ortottisti, terapisti occupazionali. Tutte figure spesso invece sono marginali ai piani di assunzione, reclutati tramite cooperative che sfuggono al principio dell’accreditamento istituzionale”. Anche sul fronte della dirigenza i concorsi per le professioni sanitarie – ha sottolineato Ascolese – si tengono col contagocce favorendo profili certamente necessari ma che dovrebbero integrarsi anche con i professionisti dei 19 profili sanitari afferenti al Nostro Ordine”. La partita della multiprofessionalità sarà cruciale nelle nascenti Case e Ospedali di Comunità che la Campania sta predisponendo secondo le indicazioni del Pnrr. In Campania il programma, finanziato con quasi un miliardo di euro del Pnrr e prevede 48 Ospedali di comunità, 172 Case di comunità e 65 centrali operative territoriali. Ulteriori fondi saranno dedicati all’ammodernamento del parco tecnologico e digitale degli ospedali. Per le Case della Comunità sono previsti investimenti per 249.721.198. Strutture polivalenti di Assistenza primaria, specialistica e sociosanitaria. I cittadini saranno assistititi da medici, infermieri, Oss e altri professionisti riuniti in team. In queste strutture i cittadini potranno effettuare esami diagnostici, spirometrie, screening diabetologici e oncologici, ricevere vaccini e fare prelievi. Gli Ospedali di comunità prevedono un investimento di 110.987.199 euro, sono destinati al ricovero breve di pazienti che richiedono cure a bassa intensità con 20 posti letto destinati a ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso e garantire le dimissioni protette.
La sclerosi multipla è una malattia grave (demielinizzante) del sistema nervoso centrale, cronica e spesso progressivamente invalidante. Cruciale per la prognosi l’accesso alle migliori competenze possibili e ai più avanzati servizi in campo diagnostico, terapeutico e riabilitativo. “I centri di Sclerosi multipla – ha detto Massimo Costa, direttore della Riabilitazione specialistica del Cardarelli – hanno un ruolo cruciale sia all’interno di aziende ospedaliere sia sul territorio in quanto valorizzano al massimo l’integrazione tra interventi sanitari creando una rete di servizi sanitari appropriati intorno alla persona. Al Cardarelli abbiamo messo in piedi una realtà unica nel panorama campano con un team interdisciplinare, costituito da specialisti e professionisti. La riabilitazione è una modalità assistenziale che consente una presa in carico globale del paziente e risponde a un’esigenza di natura sanitaria e sociale, lavorativa, il tutto attraverso il progetto riabilitativo individuale coordinato dallo specialista in medicina Fisica e riabilitativa”. “Oggi abbiamo molte più opportunità di cura della Sclerosi multipla – ha concluso Giorgia Teresa Maniscalco, neurologa esperta in forze al Centro del Cardarelli – fino agli anni Novanta potevamo solo osservare la malattia, oggi abbiamo molte più conoscenze cliniche e di base, sono cambiate le classificazioni e riusciamo a controllare le recidive primarie e secondarie. Sappiamo anche che la gravidanza in corso di malattia non è più un problema e che anzi la gestazione ha un ruolo protettivo sulla malattia”. Tra le novità inaspettate emerse con il Covid c’è anche il rilievo che il tasso di recidiva, nel periodo pandemico, si è dimezzato (dal 2 al 4%) forse in relazione all’uso delle mascherine. Fondamentali sono anche la diagnosi e il trattamento precoci. “Il decorso della patologia cambia anche in base a quando viene iniziata la terapia ma non si può fare con pochi ambulatori e senza un neurologo”. Durante la pandemia il centro del Cardarelli ha ottenuto un’aderenza al vaccino antiCovid del 93 per cento con oltre 5 mila telefonate di sollecito. Un risultato non scontato per pazienti fragili gravati da una terapia con farmaci immunosoppressivi.