Un tasso di crescita del Pil (0,77) superiore della media nazionale, per la Campania nel 2024. Rientra nelle previsioni 2024-2026 dello studio Svimez – Ref Ricerche ‘Dove vanno le regioni italiane’, presentato stamattina a Roma. Secondo la ricerca, il pil campano scenderebbe a 0,65 nell’anno in corso, per risalire allo 0,85 nel 2026. “In generale, la crescita del 2024 – spiega lo studio – dovrebbe comunque risultare molto debole in tutte le regioni con una maggiore base manifatturiera, con risultati deludenti anche in Lombardia ed Emilia-Romagna (+0.5% e +0.3% rispettivamente)”. Sulle previsioni 2025-2026, comunque, “rimane ‘la grande incertezza Trump’”.
In Campania sono dati in crescita i consumi delle famiglie: 0,24 nel 2024; 0,61 per il 2025; 1,15 nel 2026. Nel triennio considerato, invece in progressiva discesa gli investimenti. Per lo studio, infatti, dall’1,90 dell’anno scorso, si passerebbe all’1,53 di quello attuale, fino allo 0,19 di quello venturo. Ma nel 2024 la Campania (-8,9%) è una delle 9 regioni dove si registrano “contrazioni di entità significativa” per l’occupazione industriale, rimasta mediamente stabile sui livelli del 2023. Il settore risente di una produzione di auto “crollata”, e “lo stesso sta accadendo nei settori dell’indotto della componentistica”. Per la Svimez, un “sentiero restrittivo della politica fiscale e un contesto europeo debole” spiegano una crescita dell’Italia sotto l’1%, nel triennio 2024-2026. Dopo un Pil a +0,6% nel 2024, l’associazione per lo svilluppo dell’industria nel Mezzogiorno stima una crescita nazionale dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026. E il Sud dal 2025 torna a crescere meno del Nord.
Il rallentamento sarebbe conseguenza di fattori comuni all’area euro, come il ripristino dal 2024 dei vincoli del Patto di Stabilità europeo, la recessione dell’industria dovuta a calo della domanda per beni durevoli, con la crisi di settori traino come l’automotive, la debolezza del commercio internazionale, l’aumento dei costi dell’energia. “Ma sono anche i fattori specifici del contesto italiano a incidere – avverte la ricerca -: un quadro di finanza pubblica nazionale che concentra la contrazione del deficit nel 2024-25; un peso rilevante del settore automotive e un ruolo decisivo della domanda estera, con una forte interdipendenza con l’industria tedesca”. Da sottolineare tuttavia, “che le previsioni non tengono in considerazione la grande incertezza «Trump», provocata dalle ipotesi di inasprimento dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti”.