Regione Campania, parificato il rendiconto generale riferito all’esercizio finanziario 2023. Il giudizio della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti è stato reso al termine dell’udienza presieduta dal presidente della sezione, Massimo Gagliardi, nella sala convegni di Villa Doria d’Angri a Napoli. La parifica, tuttavia, vede la sospensione di alcune poste. In base alle prescrizioni della Corte, le voci andranno integrate nei prossimi mesi. Nella requisitoria del procuratore regionale, Antonio Giuseppone, emergono “alcune criticità ravvisate per la posizione delle risorse di personale comandato al Consiglio e alla giunta regionale”. C’è un particolare riferimento al “peculiare trattamento economico riservato al personale degli uffici di diretta collaborazione”. Già nel precedente giudizio di parifica, la Sezione di controllo s’interrogava, “in forma dubitativa e con riserva di successivo approfondimento”, sulla norma regionale relativa “all’unico emolumento”, approvata nel 2021. Dubbi venivano espressi circa la compatibilità con i principi sanciti dalla sentenza della Corte costituzionale n. 146/2019. La Consulta aveva dichiarato illegittime le disposizioni regionali che prevedevano indennità aggiuntive al personale assegnato alle dirette dipendenze degli organi politici. Le si riteneva interferenti con la riserva di legge statale in materia. Con la legge di 3 anni fa, la Campania introduceva quel peculiare compenso per questi staffisti, autorizzando una spesa di 5,9 milioni di euro per il 2021, e 5,645 milioni per il 2022. Sulla questione, nel 2023 sarebbe poi arrivata una legge nazionale.
“Il dubbio sollevato, in questa sede, dalla Sezione controllo – scrive Giuseppone – afferisce alla possibilità di prospettare una vera e propria violazione del giudicato costituzionale”. In altri termini, si pensa “che la Regione abbia, sotto altra veste giuridica, riproposto ciò era stato dichiarato incostituzionale dall’anzidetta sentenza n. 146 del 2019”. In merito a tale ricostruzione, “la Regione, in sede di contraddittorio istruttorio, ha escluso che la novellata legislazione introduttiva del detto emolumento unico possa qualificarsi alla stregua di un’indebita riproposizione di quanto censurato dalla Consulta”. Secondo Palazzo Santa Lucia, la legge regionale si sarebbe mossa nel solco del Testo unico sul pubblico impiego. Un ulteriore elemento di criticità, per Giuseppone, ha inoltre riguardato il personale comandato da società partecipate. “Nello specifico – afferma il procuratore -, è emerso come parte del personale impiegato in comando presso il Consiglio Regionale e la Giunta Regionale provenga, tra l’altro, da società partecipate dalla Regione”. Ciò è apparso “in contrasto con le norme” del Tupi. “Almeno per i comandi attivati prima del 1° gennaio 2023”.
Aggiornamenti sono stati richiesti dalla Corte dei Conti sulla spesa dei fondi europei e del Pnrr. La sezione, tra l’altro, rileva che la Regione “non ha adottato un sistema di contabilizzazione in linea con quanto statuito dalla normativa nazionale”. La procura regionale “prende atto del notevole sforzo posto in essere dall’amministrazione regionale per la gestione di risorse di tale portata, auspicando al contempo una sempre maggiore attenzione al profilo della contabilizzazione e del monitoraggio degli interventi programmati”.
All’udienza presente anche il governatore Vincenzo De Luca. “Abbiamo trasmesso con qualche ritardo il resoconto di quest’anno – spiega – anche perché siamo stati impegnati per tutto il 2024 in un contenzioso con il governo nazionale relativo all’approvazione dell’accordo di coesione, che è avvenuto a settembre, esattamente con 15 mesi di ritardo. Tutti i nostri uffici sono stati concentrati rispetto al contenzioso che avevamo con il governo e questo ha determinato un qualche ritardo che elimineremo ovviamente per il prossimo anno”. Quanto al tema del “personale e ai dubbi di costituzionalità su alcune leggi, ci adegueremo rigorosamente a quanto previsto dalle pronunce della Corte Costituzionale e ci adegueremo alle prescrizioni che ci vengono dalla Corte dei Conti, senza nessun problema, sia per quanto riguarda i comandi sia per quanto riguarda gli uffici di diretta collaborazione del Consiglio”. Ma De Luca si sofferma anche su fondi europei e Pnrr. “Chiariamo un problema di fondo – dichiara – e cioè che quando parliamo di rendicontazione dei fondi europei, parliamo per il 90% della funzionalità dei Comuni della Regione Campania. Si dice che la Regione rendiconta, invece la Regione impiega mesi per rincorrere tutti i Comuni e tutti gli enti pubblici destinatari di fondi europei: il 90% del nostro personale passa i mesi a rincorrere quelli che non rendicontano”.