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La scelta del candidato presidente all’interno del centrodestra si fa sempre più tormentata, nel frattempo il 9 aprile ed il verdetto sull’ipotesi ‘terzo mandato’ si avvicina. I tre partiti della coalizione Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, continuano a punzecchiarsi a distanza, lasciando viva ogni possibilità. Una situazione che per dirla all’inglese è un vero e proprio ‘Beautiful disaster’

Le vicende di cronaca che hanno coinvolto il leader forzista Fulvio Martusciello ed il conseguente ritiro dalla corsa per la candidatura alla presidenza della Regione Campania hanno ancor di più agitato le acque. La Lega, che nello scorso weekend ha accolto Matteo Salvini alla convention di Città della Scienza, resta alla finestra e fiuta la concreta possibilità di strappare il ticket per esprimere il candidato presidente. 

Gianpiero Zinzi è il nome sul tavolo, il deputato casertano sarebbe in forte ascesa e su di lui si è espresso chiaramente anche il Vice-premier leghista “è giovane, esperto, dinamico, sa lavorare di squadra. Su un tema fondamentale come la salute e la sanità, che è un dramma in Campania, ha le idee chiare. Sarebbe un ottimo presidente”. 

Dal quartier generale di Fratelli d’Italia, invece, continua il pressing su Edmondo Cirielli, il ras del partito in Campania, in tour nelle varie province per presentare il Piano Mattei, rappresenterebbe il candidato più vicino all’attuale Governo. Resta ancora qualche dubbio da sciogliere, soprattutto considerando che Cirielli è salernitano e nel caso di via libera al ‘terzo mandato’ si potrebbe prospettare una sfida ‘in casa’ con l’uscente Vincenzo De Luca. 

Resta alla porta il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha più volte smentito l’ipotesi di una sua candidatura, ma il suo nome continua a circolare in tutti gli ambienti del centrodestra. 

La decisione finale spetterà ai tre leader nazionali, senza escludere che alla fine si possa convergere su un nome civico, espressione dell’industria o dell’università: ipotesi che a questo punto potrebbe piacere anche a Forza Italia che, dopo il ritiro di Martusciello, è rimasta senza nomi sul tavolo, nonostante un capillare lavoro sui territori fatto di adesioni e coinvolgimento nelle varie realtà locali.