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Ho sempre detto che se la progettualità è robusta, fermo restando il mio stile sobrio istituzionalmente e che non faccio a gomitate, la mia disponibilità c’è. Se pensano che io possa interpretare questa capacità di poter essere il soggetto di riferimento per la progettualità, io ci sto ma nasce prima il tavolo dei progetti”. Lo ha detto Sergio Costa, vicepresidente della Camera ed esponente del M5S, in relazione a una sua possibile candidatura alle regionali in Campania.
A margine dell’iniziativa al teatro San Carlo per la Giornata della Memoria, Costa ha aggiunto: “Sicuramente il perimetro da cui partire è quello della coalizione del Comune di Napoli e partire da quel perimetro significa mettere al centro i progetti per il rilancio di una regione in cui tante cose sono state fatte, ma molte altre ancora si devono fare e penso ad esempio alla sanità, ai trasporti, al sistema scolastico, all’ambiente, alle bonifiche e alla sicurezza. Se mettiamo al centro il progetto – ha sottolineato – il nome che ne verrà per questa alleanza chiaramente è a cascata”. 
 
Il presidente De Luca è una persona di cui ho stima ed è una persona troppo intelligente per non mettere in conto che la sua eventuale scelta di scendere in campo può spaccare l’alleanza dell’ala progressista a favore della destra e questo sarebbe un gigantesco peccato”. Cosi Sergio Costa, vicepresidente della Camera ed esponente del M5S, rispondendo a una domanda sul ruolo del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in vista delle prossime regionali. 
 
“L’antisemitismo non è stato sconfitto e perciò io parlo della necessità di immaginare di poter dire ‘basta’, ma è un impegno che deve essere di tutti i giorni”. Così il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, a margine dell’iniziativa per la Giornata della Memoria al teatro San Carlo di Napoli, ha risposto ai giornalisti che chiedevano un commento alle parole della premier Meloni sull’antisemitismo.
Purtroppo la presidente Meloni su questo ha ragione”, ha aggiunto.
Costa ha ricordato la sua esperienza personale ed ha mostrato un quaderno che era di suo padre che fu internato, sottolineando che “per me è una giornata molto particolare perché significa anche rammentare gli occhi di mio padre che mi raccontavano quell’acre e pesante odore dei camini del diavolo. Non dimentichiamo – ha proseguito – che in questo momento si contano oltre 60 guerre in tutto il mondo, almeno quelle ufficiali a cui si aggiungono quelle non ufficiali. Oggi non è soltanto ricordare ma penso sia il giorno del racconto del futuro ma non è sufficiente rammentare, è necessario impegnarsi perché è veramente il momento di dire basta per i nostri figli e nipoti altrimenti avremo Terze Guerre mondiali e genocidi continuamente in tutto il pianeta”.